Centri estivi e costi, il nodo dei disabili: famiglie in crisi

La fine della scuola è alle porte, mancano ormai pochi giorni, e con la chiusura prevista per l’8 giugno inizia un periodo spesso difficile per i genitori, che devono riuscire a collocare i propri figli per tre mesi, specie se entrambi lavorano e non hanno possibilità di un aiuto. Per venire incontro alle famiglie, ma anche, è bene ricordarlo, per garantire a bambini e ragazzi di avere opportunità di socializzazione, sono tanti i centri estivi organizzati in provincia di Sondrio, di tutti i tipi e anche per tutte le tasche.

Ci sono, ad esempio, i centri estivi promossi dai Comuni, che prevedono contributi diversificati in base all’Isee, e quindi alle possibilità, dei nuclei familiari. Tutto bene, verrebbe da dire. A parte per chi ha un figlio con una disabilità, perché in questo caso l’accesso alle attività estive risulta proibitivo.

«Per i nostri ragazzi - racconta Alice, una mamma sondriese che ha deciso di denunciare la difficile situazione - diventa complicato frequentare i campi estivi promossi dal Comune di Sondrio per più di una settimana e mezzo. È previsto, infatti, che i bambini con disabilità debbano essere accompagnati da un educatore. Non possiamo affidarci ad un professionista scelto da noi, ma occorre rivolgersi ad una cooperativa tra quelle indicate. Il costo? Ventiquattro euro e sette centesimi all’ora».

Una spesa proibitiva se si pensa che, in media, le giornate ai campi estivi durano 8 ore. I conti sono presto fatti: oltre 190 euro al giorno, quasi mille euro per appena una settimana, dal lunedì al venerdì.

«Il Comune di Sondrio, per venirci incontro, offre la possibilità, solo per chi rientra in una determinata fascia Isee, di usufruire di voucher - prosegue Alice - che coprono, però, al massimo 75 ore, quindi meno di due settimane. Troppo poco, riuscire a iscriverli per un periodo più lungo diventa impossibile, come possiamo pagare mille euro per a settimana, più ovviamente il costo del campo estivo? E se l’Isee risulta più alto, nemmeno le 75 ore sono garantite».

«Non parliamo solo della possibilità di collocare i nostri figli durante il lungo periodo estivo - conclude Alice - ma anche del loro benessere, delle opportunità a cui anche loro hanno diritto e di cui spesso hanno pure più bisogno dei loro coetanei senza disabilità».

E se alcune associazioni, come ad esempio Anffas, fanno i salti mortali per venire incontro alle famiglie e trovare fondi per coprire più giorni possibili, il problema resta e tanti genitori sono in difficoltà.

«I voucher messi a disposizione - spiega Luca Verri , responsabile dell’Ufficio di piano di Sondrio - rientrano in una misura di Regione Lombardia e i fondi purtroppo sono limitati. Per quanto riguarda il costo orario degli educatori, ci si basa ovviamente sul Contratto collettivo nazionale delle cooperative. E, almeno nei centri estivi comunali, non si può fare altro che rivolgersi alle cooperative che offrono educatori qualificati e certificati. Se, però, i genitori ritengono che loro figlio non abbia bisogno di una figura in questo tipo di attività, perché magari la sua disabilità, riconosciuta come grave, riguarda solo l’aspetto dell’apprendimento, può comunicarlo e una volta fatte le dovute verifiche con la scuola sarà possibile derogare all’obbligo della presenza di un educatore».

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