
Cronaca / Sondrio e cintura
Giovedì 31 Gennaio 2019
Centrali idroelettriche, il Senato ha detto sì
«Noi come Bolzano. Prove di autonomia»
Emendamento Lega. Adesso manca l’ok della Camera. Sertori esulta: «Storica svolta, la palla ora alla Regione. Più soldi alla Valle, energia gratis per i servizi pubblici».
Dopo giorni di stop and go, il decreto legge Semplificazioni ha incassato martedì sera il via libera del Senato con 142 voti favorevoli, 74 contrari e 10 astenuti. Il testo passerà alla Camera e deve essere approvato definitivamente dal Parlamento entro il 12 febbraio o le norme decadranno. Una novità interessa da vicino la provincia di Sondrio. Alla scadenza delle concessioni di grandi derivazioni idroelettriche, infatti, le opere passeranno alle Regioni. L’aula del Senato ha approvato l’emendamento della Lega, con primo firmatario il senatore Massimiliano Romeo, che consentirà alle Regioni di rinnovare le concessioni, alcune delle quali scadute da anni e mai riassegnate per inadempienza dello Stato. Questo uno dei motivi per i quali è incombente una procedura d’infrazione comunitaria.
«Nel provvedimento - commenta l’assessore regionale con delega all’Energia Massimo Sertori - vengono definite le linee guida alle quali la Regione si atterrà nelle procedure di rassegnazione delle concessioni». Prevista anche l’opzione di partenariato pubblico-privato che «potrebbe coniugare sensibilità rispetto agli interessi generali, ad esempio i rilasci, la tutela della flora e della fauna, i livelli dei laghi e le esigenze agricole, a professionalità di gestione e capacità di massimizzare i proventi», spiega Sertori.
Le Regioni potranno chiedere a costo zero una parte dell’energia prodotta su tutte le grandi derivazioni, che potrà essere utilizzata nell’ambito dei servizi pubblici, ad esempio per gli ospedali di montagna. Energia che per almeno il 50% dovrà essere destinata alle Province che ospitano le dighe. L’emendamento inoltre prevede canoni aggiuntivi nel tempo che decorre tra la concessione scaduta e la riassegnazione della stessa, e anche in questo caso dovranno essere destinati nella misura di almeno il 60% alle Province in cui sono presenti gli impianti.
«Grazie a questo emendamento - continua Sertori - sono previsti nei prossimi dieci anni investimenti per alcuni miliardi che consentiranno di generare occupazione, efficientare l’intero sistema e aumentare in modo considerevole la produzione di energia da fonte rinnovabile. Siamo di fronte ad un risultato storico frutto di una sinergica collaborazione tra Regione, Governo e Gruppi parlamentari. Si tratta di un anticipo fattivo e tangibile dell’autonomia, che dimostrerà come le risorse vengano gestite al meglio se spese vicino al territorio in cui vengono generate. Finalmente, dopo anni di battaglie, restituiamo giustizia ai territori montani».
Come Trento e Bolzano
Così come già succede per Trento e Bolzano «dopo l’approvazione di questa legge - osserva - anche tutti gli altri territori di montagna potranno utilizzare una parte importante dei proventi generati dall’idroelettrico, così da perequare i maggiori costi dei servizi in montagna e quindi ridimensionare il fenomeno dello spopolamento. Consegneremo - continua - un futuro migliore ai nostri figli che spesso sono costretti a vivere lontani dalla propria terra. Vorrei ringraziare il ministro Matteo Salvini - aggiunge Sertori - perché senza di lui non avremmo avuto la forza politica di portare al Governo la Lega e approvare anche questa importante legge». Un ringraziamento anche «al sottosegretario Giancarlo Giorgetti, che ha dimostrato per l’ennesima volta le sue straordinarie capacità politico-istituzionali e una grande sensibilità verso questi temi. Non da ultimo ringrazio il presidente Attilio Fontana per la fiducia che mi ha sempre espresso e la forza che mi ha trasmesso».
I numeri
Cosa significa il concetto di regionalizzazione, sono i numeri a dirlo. In provincia si producono annualmente circa 5.000 GWh di energia idroelettrica pari al 13% delle produzione idroelettrica nazionale e al 50% di quella lombarda. E si utilizza il 15% dell’energia complessivamente prodotta. Le grandi concessioni idroelettriche sono scadute a metà - mancano all’appello quelle dell’Enel a scadenza 2029 - e in questo lasso di tempo i concessionari uscenti hanno continuato a produrre energia attraverso la forma della prosecuzione temporanea. Nel 2016 la Regione ha determinato l’applicazione del canone aggiuntivo relativo alle concessioni delle grandi derivazioni idroelettriche già scadute e di prossima scadenza. In via ricognitoria il canone aggiuntivo è stato fissato in 20 euro per kilowatt di potenza nominale media annua. Tra ricorsi e contro ricorsi - ma a favore della Regione ci sono già state due sentenze, si attende la terza sulla leicità del contributo richiesto - di quei soldi aggiuntivi ancora non se ne sono visti. Ora anche l’emendamento della Lega cita espressamente il canone aggiuntivo dovuto per la prosecuzione temporanea «intercorrente fra la naturale scadenza dei titoli concessori e l’assegnazione della concessione» indicando una cifra non inferiore ai 30 euro per ogni Kw di potenza nominale media di concessione per ogni annualità.
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