Castagnole, batteri e persino le nutrie:
povero lago di Annone

Il lago di Annone è sempre giallo; un’altra novità è la comparsa delle nutrie; sono una riconferma, invece, le castagnole d’acqua che il caldo fa fiorire e proliferare, mentre durante la prima parte dell’estate - con le temperature basse - il fenomeno si presentava ai minimi storici.

La vegetazione è infestante non tanto all’inizio quando, anzi, può offrire riparo dai cormorani ai pesci più piccoli, bensì quando inizia a decomporsi, precipitando sul fondale: i batteri aggrediscono la massa vegetale consumando in questo processo elevate quantità di ossigeno e, perciò, impoverendone l’acqua. I residenti e i frequentatori della pista ciclabile intanto denunciano il problema dell’acqua gialla, attribuita dal biologo Alberto Negri (tramite l’Autorità di Bacino) a un’elevata concentrazione di Coelosphaerium che è una forma di cianobatteri e si presenta generalmente in zone eutrofizzate.

La mucillagine si forma principalmente in acque ricche di nutrienti come l’azoto (perciò, provenienti da sversamenti fognari o da concimazioni) e con temperature elevate, ovvero sommando inquinamento e caldo: le alghe sono fenomeni naturali, ma possono avere fioriture anomale.

Sul lago di Annone si aggiunge poi una nuova ospite: come segnala Silvana Benedetti «continuiamo ad avvistare nutrie che nuotano e passeggiano indisturbate sulle rive. Tenendo conto che ogni nutria può partorire in un anno decine di cuccioli, tra poco il lago sarà pieno. Sono animali erbivori, quindi non pericolosi (né si nutrono per esempio di spazzatura), ma non temono l’uomo. Quindi, quando ci vedono, non scappano. Da parte mia, evito di avvicinarmi; temo che dissemineranno la costa di buche, cioè potranno creare danni alle sponde. In ogni caso, la nutria è un animale alloctono e con il lago di Annone non c’entra nulla».

Secondo i cacciatori «le nutrie qui ci sono già da qualche tempo: inizialmente non molte, ma sicuramente entro qualche anno il problema dei danni emergerà e saranno dolori, aggiungendo per di più l’esplosione della popolazione di nutrie a quella dei cormorani». Questi ultimi fanno strage di pesci alterando pesantemente gli equilibri dell’habitat, ma per giunta l’emergenza sono ancor più i parassiti che i volatili trasmettono alla fauna ittica.

Il presidente della Federazione italiana pesca sportiva Fipsas di Lecco, Stefano Simonetti, ha recentemente dato l’allarme: «Il sovraffollamento dei cormorani sui rami e i posatoi lungo i bacini e i corsi d’acqua fa sì che, da lì, piovono escrementi in quantità proporzionale ai volatili. Il guano finisce in acqua, dove viene inghiottito dalla fauna ittica, tra cui, ad Annone, i pesci persici. I parassiti contenuti in esso si sviluppano in forma di vermi nella specie ospite e il consumo umano diviene altamente rischioso. Abbiamo chiaro riscontro ad Annone e Oggiono, ma lo stesso succede a Valmadrera e a Lecco. La salute, ovviamente, viene prima di tutto però, inoltre, il pesce persico è una risorsa preziosa, enogastronomica e turistica, per il territorio».

© RIPRODUZIONE RISERVATA