Caso Sangiuliano, la destra lecchese fa scudo al ministro. «C’è di peggio»

«Mi occupo di politica, non di gossip». Secondo Antonio Pasquini, primo cittadino di Casargo nonché storico esponente di Fratelli d’Italia, il cosiddetto “caso Sangiuliano” non merita commenti. Tuttavia, il controverso rapporto tra il ministro della cultura e Maria Rosaria Boccia, presunta “consigliera ai grandi eventi” di Sangiuliano, domina da giorni le cronache politiche nazionali.

Più che la relazione sentimentale tra il ministro meloniano e la 41enne napoletana, ammessa dallo stesso Sangiuliano in un’intervista al Tg1, la discussione si sta concentrando su altri aspetti: sono stati spesi soldi pubblici per pagare vitto e alloggio durante viaggi istituzionali ad una persona che non aveva un incarico formale presso il ministero? Questa persona ha avuto accesso a informazioni sensibili, a poche settimane dall’avvio del G7 della cultura nel sud Italia? Particolari che dovranno essere chiariti nei prossimi giorni.

Tuttavia, qualche osservazione sul significato politico di questa vicenda è possibile svilupparla. «Ha detto bene Giorgia Meloni, - commenta ad esempio Filippo Boscagli, capogruppo di Fratelli d’Italia in consiglio comunale a Lecco - non si possono dare pretesti con i propri comportamenti che mettano in difficoltà il lavoro del Governo. Purtroppo, l’atteggiamento privato di un personaggio pubblico ai tempi dei social rischia di diventare una valanga, anche dove non c’è reato e non c’è spreco di denaro pubblico. Sicuramente sobrietà e prudenza sono virtù utili per evitarlo, senza però cedere al becero moralismo a correnti alternate, rigido verso gli avversari e clemente con i propri».

Ancora più netto il parere di Pino Pogliani, ex primo cittadino del capoluogo. «Questa vicenda – sottolinea Pogliani – non è chiara. Vedremo se quanto affermato da Maria Rosaria Boccia potrà essere dimostrato. In ogni caso, considero quanto accaduto una storia di piccolissimo cabotaggio che non può in alcun modo essere paragonata alle tragedie verificatesi durante i precedenti governi. Si tratta di un danno d’immagine per il partito e per il governo. Al netto di questo, però, se anche fosse vero, quanto lucrato da questa signora corrisponderebbe ad una piccola parte di quanto fatto da quelli che adesso urlano e strillano considerando le truffe sul superbonus o sul reddito di cittadinanza». Di certo, il ministro Sangiuliano appartiene ad una classe politica diversa da quella che c’era ai tempi in cui Pogliani era sindaco. «Vedo nelle liste – sottolinea l’ex primo cittadino del capoluogo – personaggi che potrebbero essere utili al bene comune ma che non ottengono preferenze perché sono poco conosciuti e non fanno pubblicità andando in giro a fare selfie. La verità è molto semplice: il popolo ha la classe politica che si sceglie».

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