Caso Molinari, si torna in aula per la terza udienza

Terza udienza preliminare per il “Caso Molinari”, il ciclone abbattutosi sul mondo della scuola provinciale con lo scoperchiamento di una serie di asseriti illeciti posti in capo a Fabio Molinari, ex direttore dell’Ufficio scolastico territoriale di Sondrio, e di altre 37 imputati di una serie di reati connessi alla paventata malagestione degli incarichi di docenza e delle provvidenze assegnate agli istituti dal ministero dell’Istruzione che sarebbero stati utilizzati per finalità diverse da quelle cui erano destinate.

Venerdì, alle 9.30, si torna in aula a Palazzo di Giustizia di Sondrio, per il terzo tentativo di avvio dell’udienza preliminare, quella in cui il giudice, Fabio Giorgi, è chiamato a decidere se archiviare o se rinviare a giudizio tutti o in parte gli imputati, sempre che non decidano per il ricorso a riti abbreviati o al patteggiamento. La sensazione, però, è che anche questo terzo tentativo di entrare nel merito della vicenda possa naufragare, perché ci sono gli avvocati pronti a dare battaglia. Una parte di loro, per quanto appreso, intende proporre un rinvio per esaminare gli atti di indagine «successivi alla richiesta di rinvio a giudizio - dicono - e che la Procura ha condotto sentendo alcune persone, appunto, dopo la conclusione delle indagini, fermo restando che ci sono colleghi che potrebbero chiedere anche lo stralcio di questi atti dal fascicolo dell’udienza preliminare».

C’è, tuttavia, un margine di discrezionalità in capo al giudice, perché la Procura è legittimata a proseguire nelle sue indagini e, per quanto potuto apprendere, tutti gli atti, comunque, sarebbero stati depositati prima della richiesta di rinvio a giudizio. Un aspetto su cui è prevista battaglia in aula, perché se, da una parte, la Procura può effettuare a norma di legge ulteriori accertamenti e indagini, dall’altra gli avvocati possono chiedere la visione di questi atti non ancora in loro possesso, di cui il rischio che possa esservi un nuovo rinvio per permettere alle difese di entrare in possesso di questa ulteriore documentazione.

Insomma, venerdì si potrà capire meglio che piega prenderà l’udienza al netto del fatto che con 38 indagati, 108 parti offese, fra cui il ministero dell’Istruzione e l’Ufficio scolastico regionale difesi dall’Avvocatura generale dello Stato, ce n’è abbastanza per tenere chino sugli atti il giudice per giorni. Già il 10 luglio scorso, al termine della seconda udienza preliminare andata buca, Fabio Giorgi, aveva annunciato di non poter definire una simile partita, comunque, in una sola giornata. Quel giorno, il 10 luglio, l’udienza era stata rinviata causa lo sciopero generale delle Camere penali, mentre, il 13 giugno precedente il rinvio era motivato da un vizio di forma nella notifica degli atti a cinque imputati e loro difensori.

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