
Cronaca / Circondario
Domenica 09 Luglio 2017
“Cartiera Adda” la puzza continua
Il caso in consiglio
Interrogazione di “Civate che vorrei” sugli odori , l’Arpa ha imposto all’azienda diversi interventi Il problema persiste, il sindaco: «Sempre stato così»
Non c’è pace per i civatesi: dopo l’impianto di compostaggio, che ammorbava l’aria nei mesi scorsi, quest’estate è la volta della “Cartiera Adda”, le cui esalazioni condannano i civatesi e i valmadreresi a un’altra estate a finestre chiuse, nel raggio dove si espande l’odore proveniente dalle lavorazioni; la questione approderà domani sera, lunedì, nella sede ufficiale del consiglio comunale.
Origine accertata
Com’è noto, l’origine della puzza è stata accertata dall’agenzia regionale per l’ambiente, l’Arpa, nei giorni scorsi, mentre la denuncia dei disagi da parte degli abitanti – recepita dai rispettivi Comuni – risaliva, per la verità, già allo scorso inverno e, naturalmente era proseguita in primavera arrivando a tenere immancabilmente banco sui social network. Domani sera, a sollevare il problema in consiglio comunale, sarà l’opposizione politica: “Civate che vorrei” presenterà un’interrogazione, anzitutto per conoscere i motivi del protrarsi del disagio e quali contromisure siano in programma. Il consigliere Michele Castelnovo ricorda che «a quasi un mese dall’intervento di Arpa, la situazione è immutata, se non addirittura peggiorata, in quanto ora il cattivo odore viene percepito anche in altre parti del paese». Lo stabilimento è situato sul confine tra Civate e Valmadrera; tra le prescrizioni, l’Arpa avrebbe imposto all’azienda lo «svuotamento completo delle acque di processo, da effettuare attraverso una società esterna specializzata; la pulizia dei macchinari e, in particolare, dei filtri; lo svuotamento e la pulizia straordinaria delle vasche esterne di raccolta degli scarichi; il trattamento dei fanghi; la registrazione dei consumi di acqua a uso industriale e dell’additivo dosato con frequenza giornaliera». Secondo il sindaco, Baldassare Mauri «non è però realistico dire che il fenomeno è immutato o persino peggiorato: ultimamente, non mi è più capitato che l’odore venisse percepito; peraltro questa azienda è presente da sempre in paese. Ultimamente, il fenomeno si è accentuato, ma in passato era capitato addirittura di confondere l’odore con quello dell’impianto di compostaggio dei rifiuti di Annone, ovvero le esalazioni odorose di quest’ultimo erano state erroneamente attribuite in prima istanza anche alla cartiera.
«Non è un’emergenza»
Insomma, non siamo di fronte a un’emergenza o ad una novità improvvisa; va altresì detto che il Comune non ha un’interlocuzione diretta con la dirigenza dell’“Adda”, che gestisce numerosi stabilimenti, da Calolziocorte a Ponte Lambro, oltre a questo. A Civate la “Cartiera” ha due capannoni, uno dei quali adibito a deposito di macerazione e, dunque, dove avviene la parte probabilmente più delicata e problematica del processo produttivo. Il nostro punto di riferimento per le segnalazioni dei disagi e per le comunicazioni dei relativi provvedimenti - conclude Mauri - è la Provincia: così era, d’altronde, anche l’altr’anno per la puzza proveniente dal compostaggio; insomma, non sono i Comuni ad avere una competenza diretta in questa materia».
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