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Mercoledì 02 Gennaio 2013
Caritas, la crisi travolge
le famiglie italiane
Il 65% di quelle che si rivolgono al centro di aiuti di Casa Lidia è italiano e presenta gravi criticità tra disoccupazione, lavori precari, mancanza di soldi per la scuola dei figli e per fare la spesa
MORBEGNO - Dal '97 al 2012, in quindici anni di attività, sono passati al Centro di ascolto e di aiuto della Caritas di Morbegno 1.700 persone. Quest'anno sono stati un'ottantina i nuovi arrivi, e rispetto a qualche anno fa, si è ribaltato il rapporto italiani-stranieri che chiedono aiuto.
Se nel 2007 c'era una prevalenza delle famiglie di immigrati (il 70% sul totale) che bussava alla porta del centro, oggi il 65% di chi approda allo sportello Caritas, nella nuova sede di Casa Lidia, è rappresentato da cittadini o famiglie italiane che segnalano situazioni economiche, spesso molto critiche.
Padri di famiglia disoccupati ed ex cassaintegrati a cui è venuto meno il sostegno degli ammortizzatori sociali. Persone colpite da sfratti esecutivi, anche da parte dell'Aler, non più disposta, come qualche anno fa, a dilazionare il pagamento di affitti e bollette. Famiglie allo stremo, in situazioni disperate che non ce la fanno a tirare a fine mese e il pacco viveri non è un surplus, ma l'unica possibilità per portare qualcosa in tavola, da dare a mogli e figli.
«Fino a qualche anno fa gli italiani si vergognavano a venire alla Caritas, cercavano aiuto da parenti ed amici - afferma Mario Malgesini coordinatore del centro di ascolto e di aiuto di Morbegno, mentre il responsabile è don Giacomo Folini, parroco a Civo e Mello - adesso il quadro è radicalmente mutato. Dal nostro osservatorio ci pare di capire che siano diminuiti gli stranieri, forse molti per colpa della crisi non trovano più lavoro e sono tornati nei loro paesi d'origine. È il caso ad esempio delle badanti, fino a qualche anno fa erano molte e grazie al passaparola il centro era per loro un punto di riferimento. Adesso le famiglie italiane hanno meno disponibilità di denaro e preferiscono occuparsi personalmente della cura degli anziani».
Ogni mese la Caritas distribuisce un centinaio di pacchi viveri. Alcune sono famiglie con un bisogno che si è cronicizzato nel tempo, altre ricevono un aiuto temporaneo nell'attesa di trovare una stabilità lavorativa. C'è chi arriva soltanto perché si sente solo, per avere una persona con cui parlare, specialmente gli anziani o chi soffre di patologie psichiatriche e ci sono anche le giovani coppie, mariti e mogli con occupazioni precarie che non ce la fanno più a sostenere le rate del mutuo, contrattato in tempi migliori.
Le nuove emergenze sono anche quelle dei genitori che non riescono più a sostenere le spese delle rette scolastiche o l'abbonamento del treno per i figli. E degli anziani con pensioni minime di 300-400 euro mensili.
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