Canton Grigioni: uccisi 41 lupi, scatta la petizione per fermare gli abbattimenti

A pochi giorni dalla pubblicazione dei dati che riferivano, nei Grigioni, dell’abbattimento di 37 lupi nel periodo da inizio settembre a fine novembre e di ulteriori quattro in questo mese, il governo cantonale ha reso noto di aver ricevuto una petizione, sostenuta da 37.656 firme, per fermare la regolazione del branco di lupi Fuorn, che vive in parte all’interno del Parco nazionale.

Secondo i firmatari della petizione, promossa da WWF Svizzera, Pro Natura e BirdLife Svizzera, l’abbattimento dei lupi sarebbe in contrasto con il principio fondamentale del Parco nazionale: lasciare che la natura si autoregoli. Non solo: l’abbattimento dell’intero branco senza esaminare alternative sarebbe sproporzionato e mancherebbe di ogni equilibrio.

Di contro, il governo ha evidenziato come nel testo della petizione il riferimento sia sempre a un branco del Parco nazionale, non considerando che quello del Fuorn sia un branco transfrontaliero, che si muove solo in parte nel perimetro del Parco nazionale svizzero. Spaziando anche in Val Monastero e in Engadina Bassa, come pure valicando il confine di stato con la vicina Livigno. «L’utilizzo del termine “branco del Parco nazionale” - ha precisato il governo cantonale - è fuorviante e suggerisce alla popolazione che nel Parco nazionale sia stato dato il via libera all’abbattimento di lupi».

Dicendosi «consapevole sia dell’importanza del Parco nazionale quale riserva naturale sia dell’importanza della protezione delle specie in relazione al lupo nei Grigioni», il governo ha detto di comprendere il senso della petizione, poiché «grandi predatori come il lupo possono influire positivamente sulla biodiversità. Hanno il potenziale di ridurre gli effettivi di ungulati e di influenzarne la distribuzione territoriale e questo effetto può proseguire nell’ecosistema, influenzando in modo positivo la rinnovazione del bosco». Tuttavia, le regioni alpine e di montagna «sono colpite in modo particolare dalla presenza del lupo e in futuro tale presenza sarà ancora maggiore - ha evidenziato il governo cantonale -. L’agricoltura e l’agricoltura alpestre, organizzate in modo estensivo e prossimo alla natura, ricoprono una notevole importanza culturale, economica e sociale. Il mantenimento dell’attività agricola nelle regioni alpine e di montagna è essenziale anche per la protezione della natura, in particolare per la biodiversità».

Il governo dei Grigioni non ha mancato di far presente che, con la revisione della legislazione federale sulla caccia, «è stata creata la possibilità di regolare in modo responsabile l’effettivo di lupi, senza metterlo a rischio, e di limitare i danni ad animali da reddito, insieme a una protezione del bestiame efficace. In questo modo si intende ridurre il potenziale di conflitto, aumentare l’accettazione nei confronti della presenza del lupo e rendere possibile una coesistenza». E con queste premesse, «un trattamento speciale dei branchi di lupi che vivono in parte nel Parco nazionale comporterebbe un’applicazione giuridicamente iniqua delle disposizioni relative alla regolazione degli effettivi di lupi». Dunque, «non si può perciò dare seguito alla richiesta formulata nella petizione».

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