Cronaca / Sondrio e cintura
Mercoledì 24 Gennaio 2018
Cani, gatti e persino un boa
In un anno 400 cremazioni
Risultato sorprendente per il primo anno di attività de La Fenice. L’agenzia funeraria per animali d’affezione a Caiolo è super gettonata.
All’incirca 400 cremazioni in un anno, in media una al giorno, metà delle quali per cani, l’altra metà per gatti. Traccia un bilancio del primo anno di attività “La Fenice” di Caiolo, prima agenzia funeraria per animali d’affezione in provincia di Sondrio, fondata nell’autunno del 2016 da due fratelli, Simone e Piergiorgio De Capitani, che si trova in via Valeriana e si sviluppa su una superficie di 250 metri quadrati.
«Un risultato, che ci ha sorpreso - spiega Simone -, ma che al tempo stesso testimonia quanto importante sia il servizio offerto». Un servizio, che, dati alla mano, mancava: «Apprezzamenti in tal senso sono arrivati non solo dai padroni di amici a quattro zampe defunti, ma anche dagli addetti ai lavori: soddisfatti si sono detti - prosegue Simone - sia veterinari che cliniche veterinarie, che collaborano con noi».
Non solo realtà di Valtellina e Valchiavenna, «perché con il nostro servizio copriamo anche tutta l’area dell’Alto Lario, arriviamo fino a Menaggio e al lago di Porlezza». Libera scelta al padrone di scegliere il tipo di cremazione, che preferisce.
«Può essere singola o condivisa - entra nei dettagli uno dei due proprietari -, quest’ultima è la più gettonata», per la quale si arrivano a spendere per un animale sotto i dieci chili di peso tra gli 80 e i 90 euro. In larga parte, chi si rivolge all’agenzia funeraria lo fa per il suo cane o per il suo gatto andato “sul ponte dell’arcobaleno”, come narra una antica leggenda indiana.
Ma in questo primo anno a “La Fenice” sono stati cremati anche un serpente, una tartaruga e un boa. Animali, che sono entrati a far parte di una famiglia e per i quali si versano lacrime quando se ne vanno per sempre. Tant’è: dietro ad ognuno di questi estremi saluti, c’è stata una storia di profondo affetto, ma anche di grande tristezza: «Nessuno ha voluto lasciare l’urna nella nostra sede - c’è la possibilità di lasciare le polveri in un’area destinata al deposito, dove in qualsiasi momento i padroni possano venire -. Tutti finora hanno voluto portarsela via».
C’è chi ha scelto di spargere le ceneri nel giardino di casa oppure lungo il corso d’acqua dove il cane amava andare. Chi invece la conserva nella baita di montagna. C’è stato chi ha voluto un’urna personalizzata, uguale a quella della nonna, a cui l’animale faceva compagnia. E anche chi, come racconta Simone, «preferisce l’urna cosiddetta bios», un’urna biologica, che permette al proprietario di seppellirla, rispettando l’ambiente e al contempo di ricongiungere il suo fedele amico con la natura. Ad ogni proprietario, conclude Simone, «viene rilasciato un certificato di cremazione, indipendentemente dal tipo, se condivisa oppure singola».
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