Cronaca
Giovedì 22 Novembre 2018
Campione è con il fiato sospeso
Giudici e politici prendono tempo
Il casoSlitta al 13 dicembre la discussione sul ricorso contro il fallimento Bocciata l’idea del commissario fatta dal Pd, fermi i piani di FdI e Lega
Due stop - per certi versi inattesi - per la vicenda di Campione d’Italia, l’enclave italiana in Svizzera che da mesi sta attraversando una complicata crisi finanziaria, dopo la chiusura del Casinò e il dissesto del municipio. Stop che arrivano dal tribunale e dal Parlamento.
Ma andiamo con ordine. Il presidente della quarta sezione della Corte d’appello di Milano ha infatti rinviato a giovedì 13 dicembre il ricorso presentato dal Comune, dal Casinò e dalla Banca Popolare di Sondrio contro la sentenza di fallimento della casa da gioco.
Fallimento che - come si ricorderà - era decisa a luglio dal tribunale di Como. L’udienza doveva tenersi oggi, ma un giudice relatore ha rinunciato all’incarico. Per la crisi campionese l’attesa avvicina ulteriormente il licenziamento dei 482 lavoratori della casa da gioco e l’esubero di 86 dipendenti del Comune, che del Casinò è proprietario e beneficiario. Il ricorso è l’ultimo strumento veloce per rovesciare la crisi dell’enclave. Altrimenti bisognerà aspettare che nella legge di bilancio il governo inserisca il dossier Campione.
Certo è che l’emendamento firmato dalla parlamentare comasca del Pd Chiara Braga, che voleva la nomina rapida di un commissario straordinario per guidare la casa da gioco, è stata bocciata martedì. In più la proposta del deputato comasco di Fratelli d’Italia Alessio Butti, che mirava a riconoscere ai campionesi delle agevolazioni fiscali alla luce della crisi, ieri non è stata calendarizzata e non verrà quindi discussa.
Resta il disegno della Lega, non poi così dissimile, per nominare un incaricato che costruisca un nuovo gestore per far ripartire la casa da gioco. Sono, occorre ribadirlo, le tempistiche a preoccupare i lavoratori di Campione d’Italia che temono, dopo mesi di mancati stipendi e dopo mesi senza posto di lavoro, di perdere completamente le coperture occupazionali.
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