Cronaca / Lecco città
Domenica 02 Dicembre 2018
Camera di commercio unica
«Io vedo bene Galimberti»
Andrea Camesasca sceglie: «Per la guida del nuovo ente spezzo una lancia per l’attuale vicepresidente di Como»
Il suo nome era stato indicato per guidare la nuova Camera di commercio unica, ma Andrea Camesasca aveva subito detto no. Oggi l’albergatore e consigliere di Confcommercio Como, che tanto lavora insieme a Lecco, vede favorevolmente i due nomi comaschi in lizza. Ma se Angelo Majocchi (ancora in fase di riflessione) e Marco Galimberti sono da lui ugualmente ritenuti in gamba, spezza una lancia a favore del secondo.
«Sono due personaggi validi, entrambi - precisa Camesasca - Niente da dire. Tuttavia di Marco Galimberti ho visto la crescita proprio in ambito camerale».
Attualmente Galimberti è vicepresidente dell’ente di Como, oltre che presidente di Confartigianato provinciale. «Di lui ho potuto constatare - spiega ancora Camesasca - l’equilibrio, la conoscenza e l’impegno. Ha trovato la capacità di rappresentare non soltanto una categoria, ma anche una visione del territorio». Una virtù, in una fase di transizione come questa. Como e Lecco non si uniscono per un’intesa sbocciata negli scorsi anni, nonostante i diversi casi di collaborazione, bensì per il riordino delle Camere deciso dal governo Renzi.
Ecco ciò che riconosce Camesasca a Galimberti: «Una crescita significativa di visione strategica. Avendo condiviso con lui questo percorso, l’ho vista e credo che ci voglia un’esperienza da cui partire. Lui ha queste conoscenze, questa capacità e sono convinto che possa fare bene. Perché ci vuole una fusione seria, democratica, ecumenica».
I due territori hanno un impegno importante davanti: «Non si tratta di Como più Lecco. Questo è uno dei casi in cui uno più uno fa tre. Come le presenze turistiche a Como (3.200.000) e a Lecco (600mila) sommate devono fare cinque milioni».
Niente da ridire anche sul nome emerso finora dal fronte lecchese, il presidente uscente Daniele Riva. «Una persona equilibrata – commenta – In ogni caso io penso ai progetti. Mi interessa una visione che sia al di sopra della villa comasca o del centro di ricerca lecchese. Qualcuno che si occupasse delle terre di mezzo. E dell’economia del futuro, perché questo è il compito della futura Camera. Abbiamo bisogno di nuove economie e centri formativi di materie evolute».
Intanto domani il Tavolo per la competitività e lo sviluppo dell’ente comasco parlerà proprio anche del piano della nuova realtà che partirà a gennaio.
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