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Lunedì 30 Gennaio 2012
Calolzio: multa in ritardo
Sanzione pesantissima
Quasi cento euro di sanzione per aver pagato una contravvenzione per divieto di sosta con nove giorni di ritardo: Equitalia colpisce anche nel Lecchese e lo fa con la consueta durezza. Vittina un'automobilista di Calolziocorte.
A fare le spese della ferrea applicazione dei regolamenti è stata, in questi giorni, Graziana Braga, calolziese rea di aver lasciato la propria auto in divieto di sosta a Bergamo. Un parcheggio sul marciapiede pagato a caro prezzo, come sottolinea la stessa automobilista, che ha deciso di rivolgersi alle associazioni dei consumatori e a Mi manda Raitre, oltre che alla carta stampata.
«Per una non grave infrazione (divieto di sosta) mi veniva elevata contravvenzione il 2 aprile 2010 senza però l'immediata segnalazione cartacea sul parabrezza - ha ricordato la donna -. Il 19 giugno 2010 ricevevo comunicazione della stessa con verbale e bollettino di 93,40 euro. I gravi problemi familiari che mi hanno condizionato in quel periodo mi hanno però fatto dimenticare la scadenza, per cui ho effettuato il pagamento con 9 giorni di ritardo, il 27 agosto 2010».
Tutto finito? Neanche per sogno: «Il 2 gennaio 2012 Equitalia mi comunicava la richiesta di un supplemento di 98,94 euro, più del doppio di quanto pagato, un tasso da usura». Proprio per capire le proporzioni del salasso, Graziana Braga si è armata di calcolatrice. «Ho pagato circa 10 euro per ogni giorni di ritardo che equivale ad un interesse di 3.650 euro annuali, pari al 3907%. E dire - è l'amara considerazione - che in Italia si rischia la galera se si applicano tassi superiori al 13/14%».
Alla donna non è rimasto altro che pagare, per evitare misure ancora più aspre. «L'ascolto dei telegiornali mi aveva abituato al clima di terrore che Equitalia stava diffondendo nel nostro Paese, ma solo adesso riesco a comprenderne il vero significato: posso dire di essere stata fortunata, viste le cifre in gioco, e spero che quanto oggetto della mia esperienza possa servire ad altri, forse per importi più rilevanti. Questo ente, invece di fornire un indispensabile servizio al Paese, si rende inviso all'opinione pubblica fino al punto di suscitare quelle spropositate reazioni che si leggono sui giornali».
Infine, spazio ad un pensiero agli impiegati, «che credo incolpevoli per le ingiustificabili dimostrazioni di incapacità del nostro ex ministro dell'Economia che, dopo aver creato un mostro, si è ben guardato dall'addomesticarlo e si trovano costretti ad applicare norme e codicilli che, sicuramente, nemmeno loro approvano».
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