Calolzio: l'azienda "Aida"
un'isola made in Japan

C'è un'azienda nel Lecchese che è il fiato sospeso per il destino del Giappone. E' la Aida Europe di Calolziocorte, 120 dipendenti (di cui 54 in cassa integrazione straordinaria) specializzati nella produzione di presse industriali, ex Manzoni Presse acquisita dal colosso nipponico Aida Group alcuni anni fa. Ogni giorno i colleghi giapponesi inviano alla sede italiana un dispaccio per aggiornarli sulla situazione.

g.morassi

CALOLZIOCORTE - C'è un'azienda nel Lecchese che tiene le dita incrociate e osserva con il fiato sospeso il destino del Giappone. E' la Aida Europe di Calolziocorte, 120 dipendenti (di cui 54 in cassa integrazione straordinaria) specializzati nella produzione di presse industriali, ex Manzoni Presse acquisita dal colosso nipponico Aida Group alcuni anni fa. Ogni giorno i colleghi giapponesi inviano alla sede italiana un dispaccio per aggiornarli sulla situazione e rassicurarli, anche se prima il terremoto, poi l'allarme nucleare, stanno già pesando sulla tabella di marcia della sede lecchese Aida. L'aziendaha nel cassetto un progetto di riconversione industriale, con l'obiettivo di passare dalla produzione di presse alla creazione di un service di assistenza per l'intera Europa. Anche di questo si sarebbe discusso a Tokyo, dove si trova l'headquarter Aida il prossimo 6 aprile, nel corso di un global meeting al quale avrebbero partecipato tutte le sedi mondiali del gruppo. L'incontro è stato posticipato a data da destinarsi, perché non esistono le condizioni per raggiungere in sicurezza il Giappone. Nella sede giapponese di Aida al momento non ci sono lecchesi e l'azienda ha tranquillizzato i lavoratori di Calolziocorte assicurando che la produzione industriale in Giappone non si è arrestata: "Il Giappone sta vivendo un momento delicato – spiega Matteo Pizzoccaro, direttore risorse umane -. In Aida al momento non si sono verificati problemi, essendo la sede distante dalla centrale nucleare di Fukushima. La sede principale subisci brevi e temporanei black out energetici perché sta lavorando sfruttando l'energia di un proprio generatore essendo venuta a mancare l'energia elettrica. Per quanto ci è stato comunicato dalla sede nipponica di Aida non ci saranno contraccolpi per gli stabilimenti dislocati nel resto del mondo e i giapponesi si stanno muovendo in modo lucido e organizzato per risolvere l'emergenza nucleare. Dalle informazioni che abbiamo noi, che provengono da autorità scientifiche che stanno monitorando e affrontando la questione, è fuori luogo paragonare ciò che sta avvenendo in Giappone con le catastrofi del passato, a tal proposito non abbiamo ricevuto alcun tipo di segnale di allarme". Da una settimana il direttore ha dato ordine di appendere in bacheca tutte le informazioni aziendali sulla situazione dei colleghi giapponesi.

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Lunedì 21 Marzo 2011

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