Cronaca / Circondario
Sabato 18 Gennaio 2014
Calolzio: concordato Brambilla
Si prospetta una proroga
In fabbrica resta l’incertezza sul futuro. Non è stato ancora rivelato il nome delle due aziende interessate
Il futuro della Trafileria Brambilla resta incerto, per il momento non c’è ancora un compratore e quindi anche la procedura concorsuale comincia a tentennare.
All’ incontro fra la proprietà dell’azienda e la Fiom, accompagnato da un consistente presidio degli 82 dipendenti dello stabilimento che hanno occupato il piazzale antistante la sede di Confindustria Lecco, dove si è svolta la riunione. Ma nonostante le pressioni dei dipendenti e del sindacato la proprietà continua a mantenere le bocche cucite sulle trattative in corso: «I nominativi delle due aziende interessate all’operazione non sono ancora stati rivelati - spiega Diego Riva, sindacalista della Fiom - e resta una certa segretezza su tutta l’operazione».
All’incontro c’era anche il commissario Diego Bolis che ha sottolineato la delicatezza del momento. Infatti la Brambilla, società in liquidazione per via di una consistente perdita economica, è entrata in una procedura di concordato in bianco lo scorso 12 dicembre. In base alla legge concorsuale l’azienda ha 60 giorni di tempo per presentare un piano industriale e accedere quindi al concordato vero e proprio per puntare sul rilancio, ma a quanto pare i tempi non sono ancora maturi per disegnare un business plan poiché non c’è certezza sull’effettivo acquirente dell’azienda.
Ecco perché, molto probabilmente, nei primi giorni di febbraio l’azienda chiederà al Tribunale di Lecco una proroga di altri sessanta giorni per poter definire un accordo con uno dei due pretendenti. «Finché non sapremo i nomi di questi due imprenditori regnerà un certo nervosismo tra i dipendenti - dice Riva - ma sappiamo che il giudice è stato informato ed è stato messo al corrente dell’ esistenza di due imprenditori interessati a comprare la Brambilla o parte di essa».
L’azienda al tavolo sindacale ha sostenuto che le trattative sono molto lente perché i due imprenditori vogliono verificare se lo stabilimento Brambilla ha la capacità di sostenere i volumi di produzione che sono stati promessi dai liquidatori e se la qualità del prodotto è quella descritta dai manager della Brambilla. Quindi i sindacati hanno deciso di aggiornare l’incontro al prossimo 3 febbraio: «Allora sarà possibile capire se l’azienda chiederà una proroga del concordato», dice il sindacalista. A quel punto spetterà al giudice stabilire un piano per Brambilla. Se il giudice Dario Colasanti riterrà che l’azienda ha delle potenzialità per continuare a vivere accetterà la proroga, se invece riterrà che gli interessamenti manifestati in realtà sono solo un escamotage per prolungare il coma vegetativo dell’azienda, allora potrebbe decidere di staccare la spina e avviare un fallimento.
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