Calo delle nascite, record negativo per la Valtellina

Primato negativo in provincia di Sondrio: -5,4, il dato più alto in Lombardia

Record storico nel calo delle nascite nel 2023 in Italia (-3,6% rispetto al 2022), la provincia di Sondrio fa peggio con una diminuzione dei nuovi nati del 5,4%. Non arrivano buone notizie dai dati demografici Istat relativi allo scorso anno analizzati da Openpolis. Seppure ancora provvisori, i numeri confermano il trend registrato ormai da alcuni anni. Rispetto al 2022 in Italia le nascite sono diminuite di 14mila unità (il 3,6% in meno). In confronto al 2008, ultimo anno di “picco” il calo è superiore a un terzo (-34,2%). Significa quasi 200mila nuovi nati in meno in soli 15 anni, oltre un terzo in meno rispetto alla fine degli anni 2000.

Da noi

In provincia di Sondrio nel 2023 le nascite, 1.100, sono state il 5,4% in meno rispetto al 2022, il calo più alto di tutta la Lombardia dove soltanto Lodi ci è andata vicino con il 5,2%, mentre mediamente in regione il calo è stato del 2,8%.

Una discesa che riguarda sia i nati con cittadinanza italiana che senza e che è visibile anche nel crollo del tasso di natalità, ovvero il numero di nuovi nati rispetto ai residenti nel Paese. Erano 9,7 i nati ogni mille abitanti nel 2008, quota scesa a 8,3 nel 2014 e a 7 nel 2019, ultimo anno prima del Covid. Da allora la cifra è scesa sotto la soglia psicologica del 7, attestandosi a 6,8 nel biennio 2020-21, fino agli attuali 6,4 secondo le stime preliminari sul 2023.

Anche in questo caso la Valtellina con 6,3 è sotto sia rispetto alla media nazionale che a quella lombarda pari al 6,6. E considerando il tasso di mortalità - 11,3 in provincia di Sondrio contro il 10,3 regionale e l’11,2 italiano - il tasso di crescita naturale fa segnare una flessione del 5%.

Declino

Un progressivo declino demografico che, dicono gli analisti, pone un’ipoteca sul futuro del Paese. Con una popolazione in invecchiamento, senza un ricambio generazionale, sono destinati a diventare insostenibili il sistema sociale, quello previdenziale e sanitario. Con ripercussioni soprattutto sulla parte più debole della società, a partire dalle persone, in molti casi anche minori , in condizione di difficoltà economica o di esclusione sociale.

Il caso valtellinese è emblematico. Basti pensare che la popolazione anziana residente in provincia di Sondrio rappresenta un quarto del totale, il dato più alto di tutta la Lombardia. Se infatti gli over 65 in Valtellina sono il 25,3% del totale, la media regionale è del 23,5%, mentre quella italiana è del 24,3%. La speranza di vita per gli uomini nel 2023 risulta di 81 anni, leggermente inferiore alla media lombarda di 81,9, e quella delle donne di 85,9, perfettamente in linea con quella regionale, con una variazione positiva in entrambi i casi di 0,6 anni rispetto al 2022. Con duemila morti, il 2023 ha fatto registrare un calo dei decessi del 6,7% rispetto all’anno precedente. Ma in calo c’è anche il numero medio di figli per donna: erano 1,33 nel 2021, scesi a 1,33 nel 2022 e a 1,26 nel 2023, in questo caso più alto rispetto alla media regionale che è di 1,21 e di quella italiana ferma a 1,20.

Il declino demografico è visibile anche nei diversi territori. Tra 2014 e il 2021 (ultimo dato per cui sono disponibili stime a livello comunale), il tasso di natalità è diminuito in oltre 5.600 comuni, ovvero il 71,6% del totale e in oltre 6 comuni su 10 è anche inferiore rispetto alla media nazionale. Si tratta di un fenomeno che ha innanzitutto radici strutturali. Legate al fatto che le persone in età fertile, con l’uscita della generazione del boom economico dall’età riproduttiva, sono sempre meno e che dipende in parte anche dal calo del tasso di fecondità.

Un quarto degli abitanti ormai ha più di 65 anni

Calano i nati e cresce la popolazione anziana con tutto ciò che comporta in fatto di attenzione e cura soprattutto rispetto a chi vive in condizioni di fragilità. Perché se è vero che l’aumento dell’età anagrafica non comporta necessariamente il manifestarsi di condizioni di non autosufficienza, lo è altrettanto che secondo quanto evidenziano le ultime rilevazioni in Lombardia il numero di over 65 con limiti funzionali e bisognosi di cure e assistenza risulta in costante aumento.

A certificare l’incidenza pari o vicino al quarto del totale della popolazione degli over 65 oltre ai dati (provvisori) dell’Istat del 2023, ci sono anche i numeri dell’Osservatorio dei pensionati Fnp Cisl Lombardia secondo cui la popolazione totale l’anno scorso si è assestata a 9.976.509 abitanti, di cui 2.326.530 persone con più di 65 anni, ovvero il 23,3%.

Nel territorio dell’Ats della montagna, che comprende oltre all’intera provincia di Sondrio anche l’Alto Lario e la Val Camonica per 170 Comuni e una popolazione totale di 293.181 unità, gli over 65 sono 73.613, pari al 25,11% del totale. L’incidenza più alta di tutta la regione. E le previsioni future prevedono un aumento delle persone anziane al ritmo di 40-50mila all’anno.

Non è difficile capire quanto affrontare il tema con le sue ripercussioni sociali ed economiche, sia fondamentale. Una riflessione in cui non possono non entrare anche i dati relativi alle rsa. Il numero totale di posti letto autorizzati in Lombardia è di 66.395, di cui 57.629 contrattualizzati, ovvero quelli per cui il Servizio sanitario regionale finanzia una parte della spesa. L’Ats della montagna conta complessivamente 2.968 posti autorizzati e 2.363 contrattualizzati. Complessivamente i posti per i 73.613 over 65 nelle 39 rsa (38 private di cui 32 onlus e una pubblica) hanno un’incidenza del 4,03%. La lista d’attesa, nel territorio dell’Ats della montagna è passata dalle 7.004 unità del 2022 alle 10.199 del 2023.

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