
Cronaca / Sondrio e cintura
Lunedì 17 Giugno 2013
Caldo record in Valle
Temperature di 30 gradi
Da ieri e fino a mercoledì esplosione di calore
Un bene per agricoltura e il recupero delle viti
Lo zero termico passa da 1.300 a 4.000 metri
Eccolo il grande caldo. Arriva da Ovest, dall’anticiclone sul Mediterraneo. Che ha prodotto 30 gradi anche a Sondrio, ieri, alle 14, battuta solo da Cremona, Lodi, Brescia e Mantova dato che tutte le altre città lombarde si avvicinavano, ma non lambivano la soglia dei 30.
Destinata ad essere superata nelle giornate di oggi, domani e dopodomani, considerato che lo 0 termico salirà da quota 3.900 metri di ieri ai 4.400 di domani, per poi ridiscendere, anche bruscamente, fra mercoledì e giovedì, quando prenderà il sopravvento un’aria depressionaria tale da far abbassare di molto le temperature e portare nuvolosità un po’ ovunque, anche da noi.
Una benedizione
Per il momento, però, sono in molti a guardare al grande caldo come a una vera e propria benedizione. Persino chi non lo ama, non lo teme. Non foss’altro perché il maltempo, il freddo, la pioggia, l’umidità, l’hanno fatta troppo da padroni tenendo in scacco l’ambiente e chi lo vive. Obbligando, persino, a riscaldare casa nella tarda primavera.
È anche vero che qualche squarcio di sereno, negli ultimi giorni, c’è stato, permettendo agli agricoltori di procedere con il primo sfalcio dei prati, ben riuscito, però, ora, anche la terra reclama caldo. «Ben venga, questo caldo è benedetto – commenta, infatti, Graziano Murada, direttore della Fondazione Fojanini di Sondrio -. Per tutte le colture, ma, soprattutto, per la vite che ha necessità di recuperare il ritardo nello sviluppo registrato questa primavera. Siamo nella fase erbacea, della post fioritura – precisa Murada – e, considerato che il terreno ha una buona dotazione idrica, un po’ di caldo non può che giovare. Anzi, è provvidenziale. Lo stesso dicasi per le mele e per le altre colture, compreso il foraggio».
Senza dimenticare la coltura d’alta quota, i maggenghi e gli alpeggi, che, finalmente, potranno destarsi, pure loro, dal torpore invernale. «Questo caldo avrà l’effetto di far sciogliere le ultime nevi in quota – precisa Murada – e questo favorirà la ripresa della natura nelle zone dove, di qui a qualche settimana, gli allevatori caricheranno gli alpeggi. Entro fine giugno, alle quote medie, ed entro la prima decade di luglio in quelle più alte».
Bene alle coltivazioni
In una parola questo caldo rappresenta un toccasana per le colture agricole di pianura, di mezza costa e di alta quota anche e proprio per il fatto che il pericolo siccità è del tutto scongiurato dalla dotazione idrica incamerata dai terreni. Ciò non toglie che, come sempre, occorra rapportarsi in modo corretto alle variazioni climatiche mettendo in pratica le regole di comportamento ottimali, ripetute all’infinito, dalle autorità sanitarie.
A cominciare, soprattutto da bambini ed anziani: evitare accuratamente di uscire nelle ore più calde della giornata (dalle 11 alle 18), coprirsi il capo, bere molta acqua. Evitando di abusare con bibite gassate, zuccherate e troppo fredde. Così come con l’assunzione di cibi pesanti. Meglio andare su frutta e verdura e, comunque, pietanze piuttosto digeribili e fresche, ponendo particolare cura alla loro conservazione. E n on incappare in sbalzi eccessivi (meglio non andare sotto i 24-26 gradi).
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