Calco: ucciso il galletto Pepe, mascotte della scuola dell’infanzia Origo

Le insegnanti: «Nella nostra scuola c’è un pollaio e se ne occupano i bambini. Da quando era arrivato Pepe i bambini dicevano che nel pollaio c’era finalmente un “papà”. Un atto davvero crudele e ingiustificato»

Un episodio incomprensibile ed esecrabile nella sua crudeltà ed inutilità. È quello avvenuto alla scuola dell’infanzia Origo di Calco, dove qualcuno nelle scorse ore ha impiccato per il collo il galletto Pepe e l’ha appeso alla recinzione del pollaio interno. Il galletto era curato dai bambini della sezione Koala che comprende i bambini da 3 a 5 anni, i piccoli, i mezzani ed i grandi, circa una ventina di bambini.

L’episodio è stato reso noto dalle insegnanti della scuola: «Abbiamo trovato Pepe appeso, per il collo, alla staccionata del pollaio. Pensiamo a un atto vandalico dato che era già successo con un gallo precedente».

Questo gesto inutile e crudele, soprattutto perché colpisce dei bambini piccoli, è stato condannato anche dalla sezione Enpa, l’ente protezione animali, di Merate: «Apprendiamo ora questa triste storia. Ci uniamo al dolore dei bimbi e dei docenti. Affranti e rattristati non ci capacitiamo di come una persona possa compiere atti crudeli ingiustificati soprattutto quando questi colpiscono cuori di piccoli bimbi innocenti. Innocenti come Pepe. Le anime innocenti non si toccano».

Sono le stesse insegnanti con i bimbi a raccontare la storia del galletto: «La storia di Pepe è iniziata a marzo di quest’anno. I bimbi della sezione koala hanno raccolto 12 uova di gallina e le hanno messe in incubatrice seguendo la schiusa passo passo. Con grande stupore e meraviglia sono nati 12 pulcini, meravigliosi. Ad ognuno è stato dato un nome e si è celebrata la vita. Sì, la vita, perchè ogni giorno insegniamo ai bimbi che il Creato è stupendo e che la vita, ogni vita, è un dono e va rispettata. Dei 12 pulcini 10 sono stati adottati (Poppy, per esempio, è stata affidata a Don Beppe) e a scuola ne sono rimasti 2: Vittorio e Pepe. Con il passare dei giorni Pepe si è rivelato un bellissimo galletto: arzillo e colorato. Con grande stupore i bimbi hanno ascoltato il suo canto quando abbiamo riaperto la scuola e hanno cominciato a coccolarlo».

Il galletto era diventata la mascotte della scuola, un amico per i bambini: «Nella nostra scuola c’è un pollaio e se ne occupano i bambini: ogni giorno entrano e con guanti, palettine e rastrelli lo puliscono sotto l’attenta guida della maestra Monica. Dopo aver pulito raccolgono il dono delle galline e lo portano a casa. Da quando è arrivato Pepe i bambini dicevano che nel pollaio c’era finalmente un “papà”. La meraviglia è durata poco».

Il personale docente è ovviamente amareggiato e dispiaciuto, pensando anche al dolore che proveranno i bambini quando arriveranno a scuola: «Tutto il genere umano fa parte del regno animale, ma è dotato (forse) di una capacità che gli animali non hanno: quella del dialogo. Se il canto di pepe dava fastidio bastava venire a scuola a dirlo e lo avremmo dato in adozione. Forse la “cara persona” che ha compiuto questo atto non ha considerato che i bambini, giungendo a scuola, avrebbero potuto vederlo causando loro un dolore. Ora a noi insegnanti l’ingrato compito di spiegare ancora una volta che è vero che ogni vita è un dono e va rispettata ma ci sono “persone” che troppo spesso se lo dimenticano, “poverine”».

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