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Domenica 10 Giugno 2012
Calcio Lecco
La furia di Aprea
Il portiere del Lecco Giuseppe Aprea è un toro infuriato. Il deferimento del procuratore Palazzi in merito alla gara Savona-Lecco.
Il portierone bluceleste replica: «Sarò io a denunciare De Pasquale e a chiedergli i danni d'immagine. Sono pulito e bianco come un lenzuolo fresco di bucato. Domani (oggi per chi legge, n.d.r.) vedrò il mio legale di fiducia, l'avvocato Chiacchio di Napoli (uno dei massimi esperti in giustizia sportiva, n.d.r.), che mi ha garantito che dimostreremo che la mia non è stata una sceneggiata. Ci sono dei referti medici che parlano chiaro in merito. Per me tutto il resto è aria fritta. Sono in vacanza a Giulianova Marche e sono tranquillissimo».
Aprea, però, parla di una carriera macchiata da questo ingiusto deferimento: «Mi ha dato molto fastidio perché aver avuto un deferimento per slealtà sportiva dopo vent'anni di carriera, è davvero una mazzata. Mi godo la famiglia e poi domani sarò a Napoli dall'avvocato che ha tutte le carte in mano per rispondere nelle sedi opportune».
La Calcio Lecco si è fatta sentire: «Ho parlato con il presidente Sergio Invernizzi che farà la sua strada. Io ho preferito prendere un legale di mia fiducia, ma la società mi avrebbe comunque dato un avvocato; ho preferito agire subito e per conto mio anche perché è una cosa inaudita. Mi scoccia solamente "cacciare i soldi" per questo deferimento».
Aprea non lo dice ma sia lui che il Lecco, non essendo mai stata contestata la "combine" ovvero l'illecito sportivo ma "solo" il comportamento antisportivo, la sanzione può arrivare dall'ammonizione fino a quattro giornate di squalifica (per Aprea) e punti di penalizzazione (per il Lecco).
Purtroppo, però, l'onere della prova di non essere stato antisportivo spetta ad Aprea: «Ho i referti medici di fisioterapisti e dottori che dicono che avevo una distorsione di primo grado alla caviglia. Perché ho continuato a giocare? Perché mancavano venti minuti e, tra l'altro, in quei venti minuti non ho praticamente toccato palla... E non mi sono fatto refertare all'ospedale perché sarebbe stato sospetto... Che ci andavo a fare all'ospedale, se ho giocato? Ma smettiamola...».
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