Cronaca / Sondrio e cintura
Mercoledì 09 Dicembre 2015
Cagnolino ucciso da un cacciatore. La Lav: «Ritirategli subito la licenza»
Dopo l’episodio di lunedì, la Lega antivivisezione chiede alla Provincia provvedimenti. Intanto proseguono le indagini dei carabinieri: «L’ipotesi di reato è “uccisione di animali”».
«L’episodio che ha visto l’uccisione del povero Pepe, non solo parla di esercizio di violenza gratuita ma anche di spregio delle leggi e di arroganza. Tutto questo deve fare paura all’opinione pubblica. A quel cacciatore la Provincia deve ritirare immediatamente la licenza».
Stefania Sbarra, responsabile di Lav - la Lega antivivisezione, molto attiva anche in provincia di Sondrio - non ha dubbi sui provvedimenti che andrebbero presi nei confronti del cacciatore che lunedì mattina ha fatto fuoco a Montagna in Valtellina, uccidendo con una fucilata il cane Pepe di sette anni che stava passeggiando a poca distanza dal suo padrone - Claudio Bertola -, lungo la pista forestale.
«L’intervento della Lav non vuole essere il pretesto per fare la solita crociata anti caccia. Non abbiamo bisogno di espedienti o pretesti per raccogliere consensi, tanto più che la attività venatoria, nella sua misera rappresentanza di poco più del 1 % della popolazione, è sempre più invisa alla gente ed episodi come questi, che vedono anteporre l’arroganza e la pochezza culturale e sociale di una buona fetta di mondo venatorio alle leggi e al buon senso, favoriscono le associazioni animaliste non certamente quelle venatorie. Noi auspichiamo che anche dal mondo venatorio si ergano, a difesa delle leggi e del buon senso, voci di dissenso pubblico, di presa di distanza e di ferma richiesta di revoca della licenza, senza favoritismi o personalismi di sorta».
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