Seimila voti persi per strada, con un 57% di lecchesi alle urne, quando cinque anni fa furono il 73%. Vince il partito di chi è andato al mare, per il ponte del 2 giugno o perché ha rotto i ponti con una politica incapace di intercettare i bisogni veri.
Sia come sia, Virginio Brivio va al ballottaggio da gran favorito, e fin qui non ci sarebbe stato bisogno di Nostradamus per azzeccare la previsione. Non è una prestazione smagliante come quella del 2010, quando sconfisse al primo turno l’ex ministro leghista Roberto Castelli, ma certo i lecchesi continuano a dargli fiducia a dispetto di cinque anni di amministrazione piuttosto incolore. Si confronterà con Alberto Negrini, sostenuto da quella variegata coalizione che va dalla Lega a Fratelli d’Italia passando per Forza Italia e per la sua civica. E qui invece il pronostico era tutt’altro che scontato, perché la sua campagna elettorale personale è stata piuttosto di basso profilo, anche se i partiti hanno mobilitato pezzi da novanta come Silvio Berlusconi e Matteo Salvini per sostenerlo. Ora deve inseguire Brivio, e provare a catturare consensi nell’altra metà del centrodestra, quella che con Ncd e Destra per Lecco ha sostenuto Lorenzo Bodega e la sua lista civica. Impresa tutt’altro che facile, visto che le due anime del centrodestra lecchese si sono mandate a quel paese fino a poche ore dal voto. E cosa faranno Movimento 5 Stelle, con Massimo Riva che ha convinto molti, e la Sinistra di Alberto Anghileri?
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