I quadri in esposizione, riproduzioni autorizzate degli originali patrimonio appunto del Berkeley Art Museum California, sono dedicati alla squallida realtà del penitenziario di Abu Ghraib, la prigione centrale di Baghdad, capitale dell'Iraq, diventata tristemente sinonimo di tortura negli anni del regime di Saddam Hussein, che lì faceva seviziare i suoi avversari politici, ma soprattutto dopo lo scandalo che sei anni fa fu alimentato dalle pagine del «New Yorker», che denunciò le torture inflitte da soldati statunitensi e britannici ai prigionieri irakeni, addirittura incappucciati, legati ai fili elettrici o tenuti al guinzaglio.
L'impegno di Fernando Botero è partito proprio da qui. «Questa vicenda mostruosa andava denunciata – ha spiegato l'artista colombiano –. Nessuno si sarebbe ricordato degli orrori di Guernica senza il capolavoro di Pablo Picasso». Le opere non hanno titolo, ma sono accompagnate semplicemente dal nome del carcere e da un numero. Sarà possibile visitarle fino al prossimo 9 maggio, con i seguenti orari: tutti i giorni dalle 16.30 alle 19, la domenica anche dalle 10 alle 12.30.
P.Col.
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