Bossolo in centro Lecco, «La situazione è sfuggita di mano»

Il centrodestra chiede misure forti

«È un segnale inquietante. La situazione è sfuggita di mano». Per Filippo Boscagli, capogruppo di Fratelli d’Italia in consiglio comunale, il ritrovamento del bossolo di un proiettile di una scacciacani tra i sanpietrini di via Cavour segna un’ulteriore evoluzione di un’ormai innegabile emergenza sicurezza.

Il simbolo

«Via Volta e via Cavour sono divenute simbolo della sconfitta di fronte a bande di violenti - prosegue Boscagli - I residenti sono ostaggio della paura come sembrava impossibile a Lecco solo pochissimo tempo fa. Bisogna fare di più e subito: non si tratta di percezione, ma di una realtà criminale quotidiana inaccettabile. Siamo pronti a collaborare ad ogni forma di risposta e repressione dell’intollerabile violenza di oggi chiedendo uno sforzo comune e deciso a tutti gli attori del Tavolo territoriale della Sicurezza e, soprattutto, una maggiore e decisa voce del sindaco a tutela dei propri cittadini».

Nonostante le cinque risse in poco più di un mese, quasi tutte a breve distanza da Palazzo Bovara, secondo i gruppi di opposizione l’amministrazione comunale non ha fatto abbastanza. «Sono anni che in consiglio comunale denunciamo questi eventi - ricorda Emilio Minuzzo, capogruppo di Lecco Ideale – Lecco Merita di più - È delinquenza, e come tale va stroncata. I cittadini, oltre che stanchi, iniziano anche ad essere arrabbiati. I genitori sono preoccupati a lasciar andare in giro i figli la sera. Quali soluzioni sono state trovate dall’amministrazione in questi cinque anni?».

«La Questura fa il suo lavoro in modo egregio, come ha dimostrato anche nella gestione dell’ultimo corteo degli anarchici - chiosa - l’amministrazione, invece, ha il compito di sensibilizzare gli attori riuniti nel tavolo territoriale della sicurezza su quali sono le situazioni di maggior rischio in città. Al Comune dico: lavoriamo insieme per capire cosa si può fare. Tre anni di ignavia sono troppi».

«Fatti, non parole»

Secondo Corrado Valsecchi, sul problema della sicurezza servono fatti. «Occorre – spiega il capogruppo di Appello per Lecco – avviare un’attività quotidiana di interventi finalizzati a assicurare quel clima di sicurezza e di tutela che tutti rivendichiamo. Non servono le grida di coloro che vorrebbero militarizzare Lecco, così come non servono le leggere considerazioni tese a minimizzare gli eventi che si stanno registrando nel capoluogo».

Più dura la posizione di Cinzia Bettega. «Il sindaco Gattinoni avrebbe già dovuto fare presente da un pezzo in prefettura che serve un’azione di contrasto - sostiene la capogruppo della Lega - questi soggetti devono sparire. Totale solidarietà alle forze dell’ordine che devono subire insulti, sputi e aggressioni. Le segnalazioni e le denunce ci sono, ma non sortiscono risultati. Oppure vengono prese decisioni utili solo a eliminare una comodità per i cittadini come il provvedimento con cui il Comune ha chiuso il passaggio fra via Volta e la biblioteca».

La costante

Per Dante De Capitani, sindaco della vicina Pescate, da sempre molto attivo su questi temi, «gli episodi di microcriminalità che si ripetono da anni nella zona della stazione a Lecco non vanno sottovalutati» perché «le persone, compresi i pescatesi, hanno paura ad andare a prendere il treno». De Capitani propone quindi una soluzione radicale: «La sicurezza nelle grandi città dovrebbe essere affidata ai sindaci come negli Stati Uniti. I sindaci conoscono il territorio e le sue particolarità e ricevono le segnalazioni dai cittadini. Bisognerebbe anche aggiornare il testo unico sulle leggi di pubblica sicurezza, che risale al 1931».

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