Cronaca / Lecco città
Martedì 06 Marzo 2018
Borrometi: «La mafia ora è al Nord
Dobbiamo denunciare»
Il giornalista siciliano da anni sotto scorta. A Lecco venerdì sera all’Nh Hotel e sabato in sala Ticozzi con gli studenti
L’ultima minaccia è arrivata via facebook la mattina del 10 febbraio. Insulti impronunciabili da parte del figlio del capomafia della famiglia Giuliano, a processo per mafia e per minacce di morte, tentata violenza privata aggravata dal metodo e dall’appartenenza mafiosa nei suoi confronti. Il torto è quello di fare nomi e cognomi, di non tacere le malefatte dei clan e di pretendere che tutti facciano la loro parte, soprattutto la politica.
Paolo Borrometi è lo “spione”, il peggior insulto per un mafioso, e per questo lui ha chiamato il suo sito “La Spia”. È da qui che sono iniziate le inchieste che hanno portato a decine di processi, arresti e pure alla scorta. Quella ad alta protezione, il livello quasi massimo. Eppure Paolo, che ha solo 35 anni, è sereno, nonostante viva lontano dalla sua terra (è nato a Modica) e dalla sua famiglia.
Venerdì sera invitato dalle Innerwheel club Lecco e in collaborazione con Rotary Le Grigne, Rotary Lecco e Rotary Manzoni, all’hotel Jolly parlerà della sua esperienza ma anche della mafia al nord, nel mondo dell’imprenditoria e delle professioni. Sabato mattina invece nell’incontro organizzato dal Cpl (centro promozione legalità) in collaborazione con Libera e La Provincia di Lecco e con il patrocinio del Comune, Provincia e Regione in sala Ticozzi, parlerà ai giovani delle medie e delle superiori. Poi visiterà i nostri luoghi simbolo, l’ex Giglio e Fiore, i beni sequestrati alla ‘ndrangheta e tornati alla comunità.
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