Bormio, Ron incanta il pubblico della Milanesiana

E’ stata una serata che “non ha bisogno di parole” per essere descritta, parafrasando una delle canzoni proposte anche perché, in questo caso, è davvero difficile riuscire a condensare e riproporre in uno scritto le emozioni provate di fronte ad un’interpretazione così intensa ed autentica come quella proposta mercoledì sera da Ron nella piazza del Kuerc di Bormio. Ancora una volta – nella sua cinquantesima serata di questa 25esima edizione – “La Milanesiana”, ideata e diretta da Elisabetta Sgarbi, ha registrato il tutto esaurito ed ha riscosso unanimi consensi.

E’ stato un viaggio delle e nelle emozioni – e con i brividi – quello proposto da Rosalino Cellamare, in arte Ron, che si è raccontato, accompagnato da Giuseppe Tassoni al pianoforte, nel corso di una serata che ha racchiuso le gioie e la genesi di oltre cinquant’anni di musica, sua e di quel grande amico e cantautore qual è stato Lucio Dalla. Il tutto sotto il segno della timidezza, il tema di quest’edizione de “La Milanesiana” che « è un’emozione – ha commentato il sindaco di Bormio Silvia Cavazzi nel dare il benvenuto – e con questa parola vi invito a lasciar andare le vostre emozioni ai testi e alla musica di Ron». Un cantautore descritto in maniera magistrale e profonda dall’assessore alla cultura di Bormio Paola Romerio Bonazzi: «nonostante il suo precoce successo – ha evidenziato – ha sempre mantenuto un profilo di grande riservatezza; la timidezza di Ron non è mai stata un segreto … questa sua natura introversa, però, non gli ha impedito di esprimere appieno il suo talento. Anzi, ha conferito una nota di autenticità e vulnerabilità alle sue performances rendendole ancora più importanti e genuine. Ron ha spiegato in diverse interviste che la sua timidezza gli ha permesso di sviluppare una connessione profonda con la musica: spesso preferisce comunicare attraverso le sue canzoni piuttosto che con le parole. Le sue liriche, intrise di emozioni sincere e riflessioni intime, riflettono questa sua propensione a guardarsi dentro e a esplorare i sentimenti più profondi».

Canzoni, le sue, che non sono solo successi musicali ma rappresentano anche finestre aperte sulla sua anima emersa, anche in piazza del Kuerc, nella sua bellezza e profondità. Da “Non abbiam bisogno di parole” stupenda canzone d’amore nata in un momento di rabbia, dopo tantissimi mesi passati a comporre brani e il discografico che voleva invece ancora “qualcosa in più”, a “Piazza Grande”, cantata da Lucio Dalla nel 1972, su musica di Ron composta a diciassette anni d’età mentre si trovava con lui in mare in viaggio verso la Sicilia, a “Vorrei incontrati fra cent’anni” brano che cantò insieme a Tosca («la considero tra le tre cantanti più brave al mondo» ha detto il cantante alla platea) e con il quale vinse Sanremo nel 1986. E poi “Il gigante e la bambina” brano che presentò – nel 1971 – a “Un disco per l’estate”, con le musiche scritte da Lucio Dalla. Dando uno sguardo al tema della serata legato all’acqua, con la presenza di Elena Tondini di A2A, società che ha seguito e contribuito a diverse tappe de “La Milanesiana”, Ron ha proposto “La canzone dell’acqua”, brano apprezzato anche se ai più sconosciuto mentre, in apertura di serata, è stato proiettato il corto inedito “Acqua, Terra” di Theo Volpatti. Il concerto è stato anticipato da una degustazione di pizzoccheri a cura dell’Accademia del Pizzocchero.

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