Bolidi senza motore a Sondrio, il carretto più veloce è quello di San Rocco

Il Palio in città. Realizzato dalla Strana Officina ha vinto la prova ma è all’ultimo posto per la classifica legata all’estetica. Sul podio saliti anche i mezzi di Trieste e il “Mashciarüt”.

Anche quest’anno non ha avuto rivali il bolide senza motore della Strana Officina, capace di vincere per la quarta volta consecutiva la “Gara dei carretti pazzi”, giunta alla sua settima edizione e andata in scena nel pomeriggio di ieri dal Moncucco a piazzetta Quadrivio, passando per le vie Fossati, de’ Capitani Masegra e Scarpatetti. Con il tempo complessivo di 2’30”15 per le due manche disputate, il carretto condotto da Emilio Cavazzi è stato il più veloce e ha permesso alla contrada San Rocco di guadagnare 100 punti per la classifica generale della sessantesima edizione del Palio delle contrade, organizzato dalla Pro loco di Sondrio.

Novità di quest’anno, infatti, è stata il prestito del pluripremiato mezzo ad una contrada, per richiamare l’attenzione ai lavori di rifacimento dell’oratorio San Rocco. «Qualche tempo fa - ha raccontato tra il serio e il faceto Cesare Materietti, team manager della Strana Officina, gruppo di amici di Castello dell’Acqua -, mi è apparso in sogno San Giovanni Bosco, che mi invitata a prestare il nostro carretto alla contrada San Rocco per veicolare l’invito a contribuire alla realizzazione del nuovo oratorio».

Non è andata altrettanto bene a San Rocco per la classifica dedicata all’estetica dei carretti, dove si è piazzata ultima. Ad ottenere, in questa graduatoria determinata dai voti dei capi contrada, è stata Brigata Orobica, che ha decorato il proprio mezzo per riprodurre un mini escavatore, come tributo al «nobile lavoro di chi fatica nei cantieri».

Il secondo carretto più veloce (2’33”22) è stato quello della contrada Trieste, che ha voluto riprodurre il bob con cui la Giamaica partecipò alle olimpiadi invernali del 1988, un modo per omaggiare l’assegnazione olimpica del 2026 a Milano e Cortina. A seguire, terzo classificato con 2’35”57, il bolide chiamato “Mashciarüt”, un mix di inglese, dialetto sondrasco e immondizia per sensibilizzare al tema dell’inquinamento.

Simili allegorie sono state scelte anche da Vecchia - quinta più veloce con 2’44”34 e terza per l’estetica - e Piastra - undicesima con 3’17”97, sesta nell’estetica -. La prima ha realizzato il mondo «dei nostri vecchi, che non inquinavano come noi», la seconda ha presentato un invito al riciclo e all’attenzione alle plastiche inquinanti, riprendendo una frase di Greta Thunberg: «Non si è mai troppo piccoli per fare la differenza».

Giù dal podio della classifica di velocità, concludendo le due manche in 2’38”87, è stato il carretto di Ponchiera, quarto classificato anche nell’estetica, con una riproduzione di un fantasioso “Granducato” della frazione cittadina.

Milano ha presentato, invece, una pianta carnivora, che ha ottenuto il sesto posto per velocità, totalizzando un tempo di 2’44”94. Ha preceduto di poco il “Bullet bill” - ispirato al proiettile cattivo di Super Mario Bros - e “Killian racing” della Strana Officina, che hanno realizzato rispettivamente i tempi di 2’45”81 e 2’50”90.

A concludere la classifica per la velocità, “Felce e mirtillo”, un richiamo ai nostri boschi, un carretto di Brigata Orobica dotato solo dello “scheletro” e degli elementi fondamentali per regolamento, quello di Piastra e l’altro di Brigata Orobica, vincitore dell’estetica. Infine, Ronchi - seconda per estetica con una vasca da bagno che invitava a non sprecare acqua - e Trento.

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