Bioarchitettura, è galbiatese
il presidente nazionale

Erminio Redaelli, di Galbiate, è appena stato eletto alla presidenza nazionale dell'istituto nazionale di bioarchitettura (nel Lecchese riunisce una trentina di professionisti). A Lecco a dicembre, verrà inaugurato il nuovo padiglione dell'Airoldi e Muzzi progettato secondo le tecniche della bioarchitettura.

g.morassi

GALBIATE - Erminio Redaelli, di Galbiate, è appena stato eletto alla presidenza nazionale dell'istituto nazionale di bioarchitettura (nel Lecchese riunisce una trentina di professionisti). Redaelli proviene da una famiglia di impresari edili, la cui attività è proseguita dal fratello Arnaldo (che è anche il presidente di Confartigianato Lecco) e dal figlio Marco. La bioarchiettura darà una nuova spinta all'edilizia? "È un fatto che nell'ultimo periodo la domanda di abitazioni privilegia la qualità degli interventi. Che significa attenzione alla fase progettuale, accurata scelta dei materiali e dei sistemi costruttivi. Inoltre, c'è una riscoperta del fascino dei vecchi nuclei che oggi possono venir ristrutturati con tecniche innovative che, oltre a garantire i migliori standard, preservano le strutture originarie". Cos'è la bioarchitettura? "È una modalità progettuale e costruttiva tesa a realizzare edifici che concorrano al benessere psico fisico della persona, e che privilegia la sostenibilità ambientale degli edifici e delle tecniche costruttive. La bioarchitettura - prosegue Redaelli - non è solo bioedilizia (che riguarda soprattutto i materiali), nè solo una tecnica bioclimatica (riscaldamento e raffrescamento passivo) e bioenergetica (efficienza energetica e uso di fonti rinnovabili). È l'insieme di questi elementi ai quali si aggiunge un'attenzione al momento progettuale che parte dalla tradizione dell'edilizia di un territorio e dal contesto paesaggistico in cui verrà inserito il nuovo immobile". Spiegata così, la bioarchitettura comporterà degli aggravi di costo non indifferenti. «No, in media una casa in bioarchitettura ha un costo paragonabile a una realizzata secondo tecniche tradizionali. Anzi, se guardiamo con attenzione le varie voci di costo si ha addirittura un risparmio". Nel Lecchese c'è qualche edificio in buoarchitettura? "A dicembre verrà inaugurato il nuovo padiglione dell'Airoldi e Muzzi che ho progettato secondo le tecniche della bioarchitettura. È un edificio a tre piani da 120 posti letto che avrà emissioni zero di anidride carbonica, utilizzerà un impianto geotermico e uno fotovoltaico a film, e recuperà le acque meteoriche. Inoltre, una parte del tetto sarà a verde e le superfici vetrate terranno conto dell'irradazione solare".

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Mercoledì 17 Novembre 2010

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