Ho seguito sulla Rai la splendida interpretazione di Benigni, che ci ha regalato una lettura e interpretazione della nostra Costituzione come solo lui sa fare. Benigni ha ridato agli italiani l'orgoglio di appartenenza, di condivisione di una realtà che viene troppe volte celata e dimenticata per interesse ed egoismo. Mi ha condotto per mano in una esperienza insperata, mi ha fatto sentire partecipe di quei momenti, con i Padri Costituenti, al lavoro di ideazione e stesura. Da ora vivo la nostra Costituzione in maniera diversa, piena di un idealità sopita nel tempo. Per questo dico un grazie sentito a Benigni, e alla Rai che ha condiviso l'idea e credo che si possa utilizzare la registrazione del programma e trasmetterlo nelle scuole.
Giuseppe Mauri
Benigni da comico s'è trasformato in maestro in mancanza d'altri auspicabili maestri. Siamo ignorantissini a proposito di Costituzione, così come di storia, di letteratura, di arte, di religione e di molto altro ancora. Benvenuto chi è capace di colmare qualche lacuna. Soprattutto, poi, se la lezione ce la fa a domicilio, tramite apparecchio televisivo. E se ce la fa traducendo ciò che non sempre appare a tutti traducibile. E se ci muove infine all'orgoglio identitario e al sorriso compiaciuto: dopo aver sentito Benigni, chi non s'è sentito un po' più italiano? Un Benigni virtuosissimo. Ma con un difetto: un unico bersaglio per la sua vis satirica. Prendere in giro Berlusconi va bene, prendere in giro solo Berlusconi no. Non perché debba esistere una par condicio degl'intrattenitori, ma perché esiste una noia peggiore di ogni par condicio. La noia della ripetitività.
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