
Editoriali / Lecco città
Giovedì 06 Febbraio 2014
Beccato con la patente tarocca
Il boss Trovato finisce nei guai
Mario, 65 anni, fratello di Franco Coco, di nuovo a processo. Scontata una lunga pena, ora “inciampa” sul documento alterato: tre anni fa era stato fermato sulla strada a Civate dalla polizia stradale che poi lo ha denunciato

Le rivendicazioni di Mario Trovato, 65 anni, temuto boss, fratello del superboss della ’ndrangheta Franco Trovato Coco, per ottenere di nuovo la patente di “guida B”, sono giunte addirittura al palazzo del Quirinale.
Grazie all’esito positivo ottenuto presso la massima carica dello Stato, per le rivendicazioni motivate dall’avvocato Marcello Perillo nel ricorso straordinario al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, Mario Trovato, dopo otto mesi di sollecitazioni e interventi in Prefettura, è tornato in possesso del documento che gli consente di mettersi al volante dell’auto.
Molti in città e dintorni si sono già resi conto da tempo che Mario Trovato è tornato libero cittadino a godere quella libertà personale che può vantare il diritto all’oblio, dopo i guai passati nel blitz “Operazione Wall Street” del pm antimafia Armando Spataro di Milano.
Ha espiato la lunga pena del carcere e ha subìto i sequestri di beni, in quanto chiamato in causa per le attività nella ristorazione, specie pizzerie.
Ma Mario Trovato, non comparso a palazzo di giustizia, suo malgrado è stato di nuovo citato a processo. In ballo c’è l’ipotesi di reato della falsità della patente.
Tre anni or sono infatti è stato denunciato dagli agenti della Polizia stradale che lo fermarono sulla statale dei laghi tra Civate e Lecco, alla guida dell’auto. Al controllo della patente gli agenti notarono una presunta alterazione o falsificazione del tagliando di proroga della validità quinquennale del documento.
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