Barzanò: tra arte e fede
con mons. Ravasi e Verdone

La serata di Costruiamo il futuro con il "ministro della Cultura" del Vaticano e l'attore regista. Riflessioni, analisi e battute hanno permesso al folto pubblico nel palasport di approfondire il tema "il fascino della bellezza. Dialogo sulla fede"

n.panzeri

BARZANO' Da una parte il "ministro della Cultura" del Vaticano, dall'altra uj attore e regista cinematografico che non sbaglia un colpo. In mezzo, non solo per fare gli onori di casa, Maurizio Lupi. Il folto pubblico che ha assistito nel palasport il dibattito sul tema "Il fascino della bellezza. Dialogo sulla fede" organizzato da Costruiamo il futuro ha certo avuto modo di tornare a casa più che soddisfatto dopo avere trascorso una serata in compagnia di monsignor Gianfranco Ravasi e e Carlo Verdone. "L'arte e la fede - ha detto tra l'altro il presidente del Pontificio consiglio per la Cultura - sono delle feritoie: immaginiamo un castello e noi, dall'interno, che guardiamo il mondo tramite le piccole feritoie delle sue mura". E ancora: "Abbiamo bisogno di recuperare l'inquietudine provocata dall'arte, che spinge l'uomo a interrogarsi sulla vita. La grande bellezza di fede e arte è la capacità di aprire feritoie, invitandoci a scoprire il mistero, l'eterno, l'assoluto e il divino". E Carlo Verdone? Il protagonista della commedia italiana degli ultimi decenni non si è sottratto. E ha rilanciato. "Perdo spesso la fede, ma la inseguo e alla fine la recupero. Per me la fede va inseguita quotidianamente. Il mio mestiero è quello di essere un pedinatore dell'italiano. Nelle mie commedie melancomiche riporto fragilità e miserie riporto fragilità e miserie, ridicolezze e comicità della vita".

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Mercoledì 20 Ottobre 2010

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