Cronaca / Lecco città
Lunedì 28 Agosto 2017
Bar e ristoranti a rischio?
«A Lecco siamo attenti
Ma sono casi singoli»
Locali chiusi Prima le interdittive antimafia per bar e ristoranti, poi il barista arrestato per spaccio. ll sindaco Brivio rassicura: «Non esiste un problema di illegalità diffusa tra i pubblici esercizi in città»
La notizia dell’arresto del titolare del Bar Galleria di via Carlo Cattaneo ha suscitato molto clamore in città, clamore di cui sono ottimo termometro i social.
Facebook, in modo particolare, dove la vicenda è stata rilanciata con ampia enfasi dalle varie pagine che si occupano delle questioni legate alla città. La domanda sollevata dai cittadini è, in sostanza, una: c’è un problema di illegalità diffusa che riguarda il tessuto commerciale di Lecco?
Un problema di illegalità diffusa che ha a che fare con gli esercizi pubblici della città, dal momento che, nello spazio di poco più di due mesi, tre locali sono stati chiusi (uno ha riaperto dopo un paio di settimane perché il nuovo proprietario è risultato a posto) e su un quarto, quello che - appunto - secondo gli investigatori della Squadra Mobile della Polizia di Stato sarebbe stato crocevia di un’intensa attività di spaccio “al dettaglio” - pende la richiesta di revoca della licenza e della chiusura dell’attività al Comune?
I clienti dello spaccio
In tanti sono a chiedersi chi siano i clienti che si “rifornivano” da Oscar Delle Vedove, questo il nome del proprietario del bar, augurandosi che le loro generalità vengano pubblicate. Cosa evidentemente impossibile, dal momento che, per la legge, si tratta di persone che non hanno commesso alcun reato (acquistare droga non lo è, infatti) ma che sono comunque state segnalate al Prefetto come consumatrici di sostanze stupefacenti e, pertanto, destinatarie di un provvedimento amministrativo (un’ammenda).
«Si fa prevenzione»
La risposta alle domande dei cittadini arriva dal sindaco Virginio Brivio che, come prima cosa, fa dei distinguo: «Sono situazioni molto diverse tra loro - spiega -. L’ultima richiesta è stata avanzata a seguito di una circostanza giudiziaria specifica, gli altri provvedimenti sono di carattere preventivo. Negli altri locali, insomma, non sono stati commessi reati ma si interviene sulla scia di potenziali infiltrazione “familistiche”. Posso assicurare che l’attenzione è alta, ma non è giusto generalizzare. Il Comune è punto di riferimento quando un’attività apre i battenti, poi il controllo dei requisiti dichiarati nelle autocertificazioni tocca alle forze dell’ordine. Lecco conta centinaia e centinaia di attività, mi pare che questi casi non ci debbano portare a dubitare dell’onestà del tessuto commerciale cittadino. Con questo non voglio sminuire la gravità di certe situazioni ma l’azione di verifica è puntuale e l’azione di contrasto efficace».
«Rispetto alle autocertificazioni previste dalla legge per chi apre un’attività è ovvio che siano necessarie delle verifiche, ma il Comune interviene solo dopo i controlli e la richiesta dell’autorità giudiziaria, come sarà nel caso del bar di via Cattaneo - conclude il primo cittadino di Lecco -. Il resto riguarda situazioni di potenziale rischio, ma non di reati accertati».
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