Cronaca / Sondrio e cintura
Martedì 19 Gennaio 2016
Banche ancora nel mirino della Bce. La Bps: «Nessuna verifica da noi»
Il problema è quello dei crediti deteriorati. Sotto la lente sono finiti Banco Popolare e la Bpm, candidati alle prime nozze tra popolari, Bper Mps e Carige e pure una delle big, Unicredit. Non hanno invece ricevuto richieste da Francoforte Ubi, Intesa, Mediobanca, Credem e Popolare di Sondrio.
Il problema è sempre quello, i crediti deteriorati. La Bce vuole vederci chiaro mentre la bad bank non decolla e la ripresa economica neanche. La miscela basta a mandare al tappeto le banche italiane con vendite da panic selling a Piazza Affari.
A innescare il fuggi fuggi degli investitori le indiscrezioni su una nuova iniziativa del Single supervisory mechanism, la vigilanza dell’Eurotower, con l’invio di questionari alle banche europee per un esame dei non performing loans, in parallelo con l’attività ispettiva a verifica del livello delle coperture.
Proprio i timori legati a un giro di vite su un punto debole per gli istituti della Penisola e il rischio, in prospettiva, di nuovi accantonamenti hanno fatto da detonatore a Piazza Affari. Nel tentativo di fare un po’ di chiarezza, al termine di un lunedì nero, è intervenuta la Consob con la richiesta alle banche di commentare l’interessamento della Bce sugli alti livelli di non performing loans detenuti dagli istituti di credito europei.
Sotto la lente - hanno ammesso in serata - sono finiti Banco Popolare e la Bpm, candidati alle prime nozze tra popolari, Bper Mps e Carige e pure una delle big, Unicredit. Non hanno invece ricevuto richieste da Francoforte Ubi, Intesa, Mediobanca, Credem e Popolare di Sondrio.
L’istituto di piazza Garibaldi nel sottolineare di non aver «ricevuto alcuna comunicazione da parte di Bce in relazione a un’ulteriore analisi dei non performing loans del gruppo», precisa che al 30 settembre 2015 l’incidenza dei Non Performing Loans lordi sul totale crediti verso clientela era pari al 15,31%, con un grado di copertura pari al 45,12% e un Cet 1 del 10,25% secondo la normativa transitoria (phased in), a fronte di un minimo del 9,25% chiesto dalla Bce. «Quanto sopra riafferma la posizione di solidità del nostro Gruppo bancario» conclude la nota.
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