Economia / Sondrio e cintura
Martedì 01 Giugno 2021
Banca Popolare di Sondrio
Via libera alla Spa (e alla fusione)
Il Consiglio di Stato ha confermato la legittimità della riforma varata nel 2015 dal governo Renzi. Ora si apre la partita delle fusioni, con Unipol che è già divenuta primo azionista dell’istituto di piazza Garibaldi
Svolta alla Banca Popolare di Sondrio: cade l’ultimo ostacolo al cambio di governance e a un inevitabile processo di aggregazione. Il Consiglio di Stato sblocca infatti la riforma delle banche popolari targata governo Renzi, che impone a quelle con attivo superiore a 8 miliardi di trasformarsi in società per azioni. Per i giudici di Palazzo Spada il decreto e le successive disposizioni attuative da parte della Banca d’Italia sono legittimi e il modello organizzativo della Spa è «idoneo e necessario per assicurare il celere reperimento di capitale sul mercato, anche al fine di prevenire crisi bancarie».
Si chiude così un contenzioso durato anni, finito davanti alla Corte Costituzionale e in sede europea, aperto da alcuni soci che ritenevano - senza successo - la nuova normativa incostituzionale, contestando il venir meno della vocazione mutualistica.
Nel frattempo, in seguito al riassetto del sistema, con acquisizioni e fusioni, molte questioni sono venute meno, ma la decisione era particolarmente attesa dalla Popolare di Sondrio, ultimo istituto ad avere mantenuto la forma cooperativa, e che ora potrà diventare società per azioni. Il titolo ha chiuso in rialzo a +0,84%.
Già la Corte di Giustizia dell’Unione Europea, cui il Consiglio di Stato aveva girato il quesito, aveva ritenuto legittimo fissare una soglia di attivo oltre la quale le banche sono obbligate a trasformarsi in società per azioni, ma «a condizione che tale normativa sia idonea a garantire la realizzazione degli obiettivi di interesse generale».
A questo principio si è rifatto il Consiglio di Stato. Nelle 156 pagine delle sentenza sella VI Sezione, i giudici evidenziano che la scopo è stato adeguare la forma societaria alle dinamiche del mercato in modo da garantire alle banche «una maggiore competitività, un rafforzamento patrimoniale e di capitalizzazione, nonché una maggiore trasparenza nell’organizzazione, nell’operatività e nella loro funzionalità”: elementi «essenziali» per evitare il dissesto e “l’effetto contagio». .
A cascata, sono legittime anche tutta una serie di altre disposizioni funzionali: dai poteri attuativi attribuiti a Bankitalia alle modifiche sulle maggioranze per assumere le delibere assembleari.
E dietro l’angolo, pronta a giocare un ruolo da protagonista nel risiko bancario che questa sentenza rende ancora più urgente, c’è Unipol, che proprio settimana scorsa ha puntellato la propria posizione nella Popolare di Sondrio.
Il reverse accelerated book building, annunciato dalla controllata UnipolSai, è andato a segno in parte, con la compagnia bolognese che ha agguantato un altro 4% dell’istituto valtellinese, portandosi così al 6,9% del capitale e diventandone il primo azionista davanti al fondo Amber.
L’obiettivo iniziale era quello di rastrellare il 6,62% per arrivare a detenere il 9,5% e non è da escludere, come già fatto con Bper, di cui controlla circa il 19%, che il gruppo guidato da Carlo Cimbri finisca «nei prossimi giorni o settimane - scrive Bestinver- con l’acquistare altre azioni» e arrivare così a ridosso della soglia del 10%.
Per il 4% di Sondrio, l’esborso è stato di 75,6 milioni a 4,15 euro ad azione. Un blitz, quello di UnipolSai, che rilancia con forza l’ipotesi di un’aggregazione tra Bps e Bper.
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