Cronaca / Lecco città
Giovedì 09 Giugno 2016
Ballabio, il piccolo Liam
è morto per soffocamento
La conclusione dei consulenti dell’accusa non aiuta però a chiarire eventuali responsabilità nella tragedia
Il piccolo Liam è morto per soffocamento. Non hanno dubbi, i consulenti nominati dalla Procura di Lecco, sulle cause della morte del bimbo di appena 28 giorni, spirato il 15 ottobre dell’anno passato.
Nel corso dell’autopsia sono infatti state rilevate petecchie a livello polmonare, il che depone, per i consulenti nominati dal sostituto procuratore Cinzia Citterio , per il soffocamento.
Tutti gli atti sono depositati in Procura da diverse settimane ormai, Procura che li sta analizzando con attenzione minuziosa e sta procedendo con i piedi di piombo per via dell’impossibilità di dare una risposta certa e univoca - almeno per ora - ad alcune domande fondamentali: come le modalità del decesso, ad esempio. Che sarebbero determinanti per stabilire eventuali, singole responsabilità.
E anche la natura: si è trattato di un soffocamento accidentale o voluto? Un grosso punto interrogativo pure sull’ora della morte, che è stato impossibile accertare. Un ulteriore elemento di dubbio che rende difficile, almeno allo stato dei fatti, stabilire chi possa eventualmente avere avuto una parte nella morte del piccino.
Controdeduzioni alla consulenza di parte sono state depositate al quinto piano di Palazzo di giustizia dall’avvocato Marco Sangalli, che rappresenta i genitori del neonato morto (33 anni lei, 39 lui), in questa fase indagati per l’ipotesi di reato di omicidio volontario.
Secondo i consulenti di parte, invece, la causa della morte del piccino resterebbe indeterminata, così come ci sarebbe una spiegazione medica logica per le fratture craniche - due, parallele, assolutamente identiche - ravvisabili da una radiografia effettuata all’ospedale di Lecco durante il secondo ricovero del bimbo, il 6 ottobre scorso, ma di cui ci si sarebbe accorti solo da un’analisi della documentazione avvenuta post-mortem.
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