Cronaca / Lecco città
Venerdì 23 Febbraio 2018
Aziende irregolari
in sei casi su dieci
Compiute 673 ispezioni dall’Ispettorato del lavoro: scoperte 415 imprese non a norma, 25 lavoratori in nero
Più di 6 controlli su 10 (61,66%) realizzati nel 2017 nelle imprese lecchesi dall’Ispettorato Provinciale del Lavoro hanno registrato irregolarità, lavoro in nero incluso.
Commercio, pubblici esercizi ed edilizia (unico settore dove i controlli riguardano non solo la regolarità lavorativa ma anche la sicurezza) sono i settori più colpiti, ma, in misura minore, anche il manifatturiero fa la sua parte.
Secondo i dati presentati ieri dall’ente in conferenza stampa, su un totale di 673 ispezioni le irregolarità sono state trovate in 415 imprese. A ciò si aggiungono gli esiti dei 219 controlli realizzati dai carabinieri del Nil-Nucleo Ispettorato del Lavoro soprattutto sul comparto dell’agricoltura, che comprende anche gli agriturismi, gli allevamenti e imprese del lattiero-caseario.
A parlarne sono il capo dell’Ispettorato territoriale Como-Lecco, Alberto Gardina, la responsabile del servizio vigilanza, Lorella Ortelli e il comandante del Nil, Michele Barile.
Questi i numeri dei settori su cui più si concentrano i controlli dell’Ispettorato.
Nell’edilizia, su 156 controlli 102 sono risultati con irregolarità (65,38%). Percentuale analoga nel commercio, dove su 99 controlli i casi irregolari sono stati 63 (63,64%), con l’aggiunta dei pubblici esercizi dove su 116 controlli i casi di irregolarità si sono trovati pressoché ovunque, con 104 casi. Nel solo settore della ristorazione su 151 ispezioni quelle con dati non in regola sono state 102 (67,55%).
E non manca un’incidenza di rilievo, col 45,19%, nel manifatturiero dove su 104 ispezioni le irregolarità sono state riscontrate in 47 casi. In agricoltura la percentuale sfiora i 40% (38,89%) su un totale di 36 ispezioni, con 14 casi di irregolarità.
In totale, sono state verificate 1.093 posizioni lavorative, in cui sono stati trovati 1.093 lavoratori irregolari e 94 in nero.
Circa il lavoro in nero, i casi più gravi, che hanno portato a sospensioni di attività, sono quelli in cui il loro numero supera il 20% di quelli presenti trovati intenti al lavoro: in totale sono stati trovati 25 lavoratori (di cui 9 fra commercio, pubblici esercizi e altri servizi) che hanno portato alla sospensione di 16 attività. Di questi, nessun caso è stato trovato nell’industria.
In tutto le sanzioni amministrative hanno portato nelle casse pubbliche quasi mezzo milione di euro (439.000), soprattutto dal manifatturiero (106.476 euro, con 21.856 euro in sanzioni penali, 32.421 amministrative e 52.199 per ordinanze e ingiunzioni). Seguono il commercio, che su 64.800 euro ne ha pagati 41.377 per il penale e 21.000 per l’amministrativo, più 2.500 per revoche di sospensioni) e i pubblici esercizi, con quasi 61.000 euro totali di cui 9.000 per sanzioni penali e circa 23.000 per quelle amministrative. Dall’edilizia sono entrati circa 63.000 euro, di cui quasi 53.000 per sanzioni penali. Con 8.780 euro dall’agricoltura, le quote fra penale e amministrativo sono quasi a metà. Infine una parte non indifferente arriva da “altre attività e servizi”, che su 85.699 euro ne conta quasi 45.000 in sanzioni penali.
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