Homepage
Giovedì 28 Febbraio 2013
Azienda troppo rumorosa
Petizione per fermare il disagio
Francesco Romano e la sua famiglia non sono più soli. A sostenere la loro battaglia, oltre a Wwf e Arci di Sondrio, ci sono altri cittadini (per la precisione 33) che hanno voluto sottoscrivere la petizione "antirumore" consegnata e in questi giorni al Comune di Andalo
Andalo - Francesco Romano e la sua famiglia non sono più soli. A sostenere la loro battaglia, oltre a Wwf e Arci di Sondrio, ci sono altri cittadini (per la precisione 33) che hanno voluto sottoscrivere la petizione "antirumore" consegnata e in questi giorni al Comune di Andalo. Si amplia così il fronte dei residenti che non ne possono più di subire la vicinanza di produzione rumorose.
Il problema è spinoso e si trascina da anni. La prima lettera di protesta mandata da Romano all'amministrazione retta dal sindaco Alan De Rossi risale al 5 giugno del 2007, quando l'andalese segnalava la progressiva e consistente espansione dell'area industriale. In quasi cinque anni la vivibilità a casa Romano è diventata precaria a causa del disturbo e dei rumori provenienti dal vicino stabilimento di "Espresso Italia", una delle società collegate al noto marchio "Gimoka".
Per due volte, la prima nel 2008 e la seconda a fine 2012, l'Arpa di Sondrio controlla e verifica «il superamento del limite di immissione differenziale, durante l'ordinaria attività lavorativa svolta presso la torrefazione di caffè». Le conclusioni a cui arriva il dirigente dell'Arpa Sondrio, Maurizio Tagni, nel novembre scorso sono che i limiti di cui all'articolo 4 del Dpcm 14/11/97, nel periodo di «riferimento diurno, è superato sia dalla attività Gimoka, sia dalla Espresso Italia».
Adesso anche altri cittadini si lamentano e con una petizione sollecitano il Comune ad intervenire, ad attivarsi, per indurre l'azienda ad adottare le misure necessario ad abbattere l'inquinamento acustico ed atmosferico (polveri di caffè e cemento) che provengono dagli stabilimenti già segnalati nella voluminosa corrispondenza epistolare intercorsa in questi anni tra Romano e il Comune. In cinque anni non sarebbero state realizzate adeguate opere di mitigazione, nonostante le proteste e le sollecitazioni arrivate anche dal Comune. Anche Wwf e Arci hanno preso carta e penna e adesso pretendono di sapere dal Comune «in che modi e in che misura intenda risarcire il signor Romano per non essere stato in grado di garantirgli il rispetto di quelle tutele, previste nello stesso piano del rumore adottato dall'amministrazione comunale».
Una richiesta alla quale il sindaco Alan De Rossi ha dichiarato di voler rispondere: «Abbiamo già adottato provvedimenti, ne adotteremo altri nei limiti disposti dalla legge». Un commento asciutto, ma chiaro sulle azioni che l'amministrazioni sta portando avanti per ricondurre la convivenza tra residente e area industriale entro la norma.
© RIPRODUZIONE RISERVATA