Autonomia per il trasporto pubblico, incertezza sulle risorse
Porte aperte alla nuova agenzia territoriale così come stabilito dalla Regione, all’orizzonte si addensano già nubi nere sulla gestione economica del servizio.
Dopo il Comune di Sondrio, anche la Provincia ha approvato lo statuto dell’ente che dovrà programmare, organizzare e promuovere il trasporto pubblico.
Il via libera, su un argomento che la stessa amministrazione provinciale ha definito «molto importante», è arrivato da un consiglio provinciale a ranghi ridotti in una seduta lampo presieduta dal vice di palazzo Muzio Christian Borromini.
Ed è stato lo stesso vicepresidente ad introdurre il punto - unico all’ordine del giorno - ricordando lo sforzo fatto dalla Regione nel riconoscere la specificità di Valtellina e Valchiavenna: «C’era il pericolo che i nostri trasporti potessero andare con Como, Lecco e Varese, ma abbiamo ottenuto la nostra autonomia. Una vittoria importante, perché altrimenti saremmo diventati la periferia di altre province che hanno bacini di utenza molto più grandi del nostro».
Una riflessione condivisa da tutti i presenti. Anche dal consigliere di minoranza Franco Spada, sindaco di Tirano, che pure ha messo sul tavolo alcune perplessità. «Siamo tutti d’accordo sul fatto che sia fondamentale che la gestione dell’organizzazione del trasporto pubblico locale rimanga in provincia - ha detto in aula -. La nostra provincia ha una grandissima estensione territoriale e, al tempo stesso, un’enorme dispersione che significa costi decisamente maggiori rispetto a quelli che si possano avere in uno spazio concentrato come nelle realtà metropolitane».
Ed è proprio sull’aspetto economico che Spada punta il dito: «Il problema è il solito - le sue parole -: ci viene riconosciuto il ruolo gestionale, ma non le risorse per poterlo portare avanti. Se, come è, la Provincia deve sobbarcarsi l’80% di responsabilità, allora dovrebbe avere anche il riconoscimento di uguale autonomia finanziaria per assolvere i compiti, altrimenti ogni anno ci toccherà portare avanti trattative estenuanti che si risolvono sempre al ribasso. Il tutto a discapito dell’efficientamento dei mezzi e della tutela degli utenti e del personale».
Nel caso specifico si parla di un costo complessivo del servizio di 6 milioni di euro: 5,1 a carico della Regione e 900mila euro delle casse della Provincia. Negli anni, con i tagli delle risorse, il servizio ha già subito pesanti rimodulazioni - «è stato tagliato il tagliabile» dicono da palazzo Muzio, per cui se le risorse non fossero confermate a rischio ci sarebbero il trasporto scolastico e il personale impegnato nel servizio.
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