Con una consapevolezza sofferta, ma aperta alla speranza, viviamo l’estate 2015. L’estate calda e torrida ci fa soffrire con nubifragi improvvisi: l’incubo o meno del buco dell’ozono ci fa sentire responsabili e indifesi nei confronti del sole che invece di rischiarare ci insidia e ci rende fragili.
I bagliori e le conseguenze di un fondamentalismo omicida e assurdo rendono ipocrite e inquietanti le nostre vacanze. Un’Italia presa ancora dalla crisi economica, aggravata dall’avidità, dalle corruzioni e dai privilegi, ci mette nell’anima un’insicurezza che ci inibisce, preoccupati soprattutto per il presente e per il futuro dei nostri giovani.
Nell’immaginazione individuale e collettiva, soprattutto nel mondo occidentale, l’estate è percepita come un tempo in cui ciascuno lascia le solite cose e ravviva la voglia di andare. Possiamo rimanere nello stesso luogo o muoverci e riscoprirci viaggiatori con lo stupore di un bambino: il viaggio è sentire, incontrare, rigenerarsi, vivere.
Tale incanto e tale fascino possono anche esserci nell’estate 2015 se siamo disponibili da un lato a percepire la presenza palpitante di un Dio che non ci abbandona mai, dall’altro lato a porre gesti di vicinanza e solidarietà.
“Il Signore veglierà su di te quando esci e quando entri, da ora e per sempre”. Mio nonno paterno attualizzava questa certezza biblica con una preghiera molto espressiva che aveva il sapore di una benedizione: “Il Signore tenga sempre la Sua mano sulla tua testa dovunque tu vada” e mia nonna aggiungeva responsabilizzandomi: “Fai in modo che Dio non tolga la Sua mano dalla tua persona”.
Potrei tradurre tali espressioni dei miei nonni per ciascuno che sta leggendo questa riflessione nell’estate 2015 in questo modo: “Fai in modo di lasciarti proteggere da Dio dovunque tu vada!”. Sulla vicinanza e sulla solida¬rietà a ciascuno di noi spetta la risposta con la fantasia della mente e la generosità del cuore.
Le proposte sono molteplici sia a livello ecclesiale sia nell’ambito civile. Ciò che importa non sono tanto le cose che si danno, ma come si danno. E soprattutto se siamo disponibili a donare un po’ di noi stessi, del nostro tempo, della nostra attenzione, della nostra simpatia e della nostra competenza.
Auguro a tutti e a ciascuno lettore de “La Provincia di Lecco” una buona estate con un’esperienza tonificante di Dio e con una solidarietà responsabilizzante.
© RIPRODUZIONE RISERVATA