Cronaca / Morbegno e bassa valle
Giovedì 11 Giugno 2015
Auditorium di Morbegno, fallito il bando per la gestione
L’asta andata deserta chiedeva un impegno di 667.500 euro per la concessione di cinque stagioni. L’assessore D’Agata: «Questa procedura ha reso evidente quanto questo fiore all’occhiello costi alla città».
Va deserta l’asta per la gestione dell’auditorium Sant’Antonio: ora l’amministrazione comunale pensa a nuove modalità di affidamento del salotto buono della città. Convinta che «la gestione debba essere compartecipata, a partire dalle minoranze, che sono state invitate a condividere attivamente la stesura del bando, perché il nostro progetto culturale mira a considerare la cultura come un bene comune, condiviso e da condividere», dice l’assessore alla Cultura, Claudio D’Agata.
La giunta Ruggeri intende fare tesoro dell’esito negativo del bando che avrebbe dovuto individuare un nuovo soggetto gestore dell’auditorium, da un lato, perché la gara è servita a testare la risposta del mercato a una gestione economica di entità rilevante (il valore stimato della concessione del servizio per cinque stagioni artistiche è di 667.500 euro) e, dall’altro lato, perché ha consentito «di ricondurre a unità un complesso di iniziative sempre a rischio di svilupparsi in modo eccentrico e scarsamente preoccupato delle ricadute di carattere economico», precisa il sindaco. Nel corso degli anni la gestione dell’auditorium ha richiesto una partecipazione economica a carico del Comune di 64.500 euro per il 2012, 65mila euro per il 2013 e 86mila euro per il 2014, venendo progressivamente meno i contributi specifici dei vari enti pubblici.
Poi bisogna metter in conto i cambiamenti normativi, che incidono sulla gestione finanziaria degli enti locali: con l’entrata in vigore dall’esercizio 2015 della nuova contabilità sul lato spesa corrente non si prevede più la prassi di utilizzo dell’avanzo di amministrazione per la copertura di spese correnti generiche, come, appunto, le spese di gestione dell’auditorium. Per questo l’amministrazione ha pensato a un soggetto terzo che si occupi del Sant’Antonio. «Lo sforzo di coniugare economicità della gestione con qualità dell’offerta culturale non è andato a buon fine - sottolinea quindi Ruggeri -. Nei criteri di aggiudicazione inseriti nel bando pesa per il 60% la qualità dell’offerta culturale e per il restante 40% la componente economica, con un contributo a carico del Comune determinato sulla base del costo storico della struttura: abbiamo dunque privilegiato la qualità rispetto all’economicità. Non vorremmo che la fase appena conclusa fosse strumentalizzata e vista come un’inefficienza gestionale».
Il Comune, basandosi sul costo storico di gestione del Sant’Antonio, si è orientato verso lo strumento del bando, che prevede l’affidamento della direzione artistica, amministrativa, tecnica, organizzativa ed economica della struttura. «È grazie a questa procedura se finalmente è stato sviscerato il costo dell’auditorium - rimarca D’Agata -, ovvero quanto il fiore all’occhiello dal 2007 è costato ai cittadini. Fiore all’occhiello che peraltro presenta diversi limiti che non consentono di sfruttarlo come un vero spazio polivalente. Ora si aprono nuove strade e da subito ci metteremo all’opera per trovare una soluzione diversa a favore dell’auditorium».
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