Cronaca / Sondrio e cintura
Giovedì 16 Febbraio 2017
«Assunzioni sanità? Il tema vero non sono i fondi». E Molteni insiste sugli incentivi
Torna a puntare l’attenzione sul tema della carenza del personale dopo la riunione di qualche giorno fa a Milano con l’assessore al Welfare
«Il tempo ormai è (quasi) scaduto perché qui non è un problema di fondi, non soltanto, ma soprattutto della possibilità di usarli in maniera differente che altrove». Ad intervenire sul tema della sanità in provincia, nei giorni in cui l’Asst rende noti i budget assegnati da MIlano, è Alcide Molteni, il sindaco di Sondrio presidente della conferenza dei sindaci.
Molteni torna a puntare l’attenzione sul tema della carenza del personale dopo la riunione di qualche giorno fa a Milano con l’assessore al Welfare Giulio Gallera alla quale, dopo tante parole, non è seguito alcun atto concreto.
Niente rispetto alla richiesta forte del territorio, avanzata attraverso la voce dei membri del consiglio di rappresentanza della conferenza dei sindaci già alla fine dello scorso anno, di avere la possibilità di spendere le risorse a disposizione dell’Azienda socio sanitaria territoriale in incentivi per rendere appetibili i posti vacanti. Per garantire quell’attrattività unica in grado di attirare professionalità mediche.
«Si è parlato tanto di riorganizzazione - attacca Molteni -, dell’apertura di un reparto piuttosto che di un altro, di Neurochirurgia, di punti nascita, tutto legittimo, ma la vera questione è che senza il personale necessario a garantire servizi di qualità, è inutile preoccuparsi delle strutture. Potremo avere bellissimi reparti e bellissimi ospedali aperti, ma vuoti. E allora a cosa servirebbero?». E dunque il tutto non può che passare per la possibilità di applicare criteri specifici - «come specifica è la sanità di montagna» insiste Molteni - per il reperimento del personale. «Bisogna trovare gli incentivi - insiste il sindaco di Sondrio -, ma bisogna farlo in fretta. È inutile continuare a parlarne se nessuno poi lo mette nero su bianco. Ci vogliono garanzie specifiche da Milano. La Regione deve dirci che possiamo applicare criteri particolari per il reperimento dei medici. Perché il personale rimanga bisogna introdurre elementi di premialità speciali e la possibilità di utilizzare le risorse economiche in maniera differente».
La questione è complessa, ma semplice al tempo stesso. È difficile trovare i medici disposti a trasferirsi in provincia di Sondrio, sia per ragioni economiche che anche di crescita professionale e di organizzazione del lavoro. La mobilità cui è costretto il personale rende complicata l’organizzazione, ma anche la possibilità di operare con la necessaria serenità. «Tra l’altro - ricorda Molteni - con la riforma sanitaria della Regione, l’Asst deve farsi carico anche dei servizi territoriali. Ma come è possibile in carenza di personale? È impensabile, ma così crolla tutto il sistema messo in piedi a Milano».
E Molteni insiste: «A questo punto siamo stanchi delle enunciazioni di principio, dalla Regione. I vertici della sanità devono dirci che ci sono un certo numero di medici in arrivo. Bisogna affrontare la questione con estrema decisione se vogliamo davvero che il nostro sistema socio sanitario di montagna funzioni».
Già, perché il punto è proprio quello: la sanità di montagna «che però dopo le enunciazioni è di fatto rimasta lettera morta - accusa Molteni -. Non si è visto alcuno slancio. E anche ora che la complessità burocratica della nuova organizzazione è passata non pare di vedere niente di nuovo all’orizzonte. E il tempo ormai è scaduto».
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