Cronaca / Morbegno e bassa valle
Sabato 12 Aprile 2014
Arrivati altri 50 migranti
Sertori: «Una vera follia»
«La questione è lasciata al caso, il ministro Alfano intervenga. Si rischia che le cose scappino di mano e che il territorio “esploda”»
A marzo erano arrivati in quaranta, ieri sera tardi altri cinquanta migranti sono scesi dal pullman in Valtellina. E stavolta la misura è davvero colma, per il presidente della Provincia Massimo Sertori: «Chiedo pubblicamente che il ministro Alfano prenda in mano la questione, perché così non è gestita, è lasciata al caso: sono seriamente preoccupato, questa gestione fallimentare finirà per far esplodere il territorio».
Era furioso, Sertori, ieri pomeriggio: la notizia dell’arrivo dei cinquanta migranti è stata comunicata a palazzo Muzio ieri mattina, «senza informazioni su nazionalità, lingua, religione, provenienza di queste persone», ha spiegato il presidente della Provincia. E soprattutto «senza che gli enti locali fossero coinvolti in alcun modo», ha detto: «Certo sono coerenti, nel governo, fanno come se il mondo delle autonomie nemmeno esistesse e parlano solo con la Prefettura».
Sta di fatto che il numero dei migranti indirizzati in Valle nelle ultime settimane è salito a novanta, con le cinquanta persone arrivate ieri sera, ha ricordato il presidente della Provincia. Da stanotte venti migranti sono ospitati all’Hotel Bellevue di Cosio Valtellino, dove già alloggia un gruppo dei profughi arrivati a marzo, dodici all’albergo Stelvio di Delebio e gli altri in Alta Valle, sempre in hotel. Tutto organizzato in poche ore e «senza logica nei numeri», secondo Sertori: «Probabilmente qualcuno al ministero decide “random” dove mandare questi poveri disperati, ne spediscono un gruppo di qua, un gruppo di là, a caso – ha detto ieri nella conferenza stampa convocata d’urgenza -. Non vedo come spiegare altrimenti il fatto che nel nostro territorio che conta 180mila abitanti questa volta siano state mandate 50 persone, mentre alla provincia di Lecco che conta più di 300mila residenti hanno chiesto di accoglierne trenta, e a Milano nessuna, zero».
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