Ancora troppe perdite nelle reti idriche di Lecco e Sondrio

Anche in Valtellina, perché se Sondrio non è Potenza, dove dei 100 litri di acqua immessa nella rete per usi civili ne arrivano all’utente meno di 30, non è neppure Como dove lo spreco si ferma a 9,2 litri. Con il 44,3% di perdite di rete, la città è al trentottesimo posto assoluto in Italia tra tutti i capoluoghi di provincia italiani.

Peggio in Lombardia fa soltanto Lecco con un poco lusinghiero 44,9%. Entrambi i capoluoghi sopra la media nazionale considerando che in Italia ogni 100 litri di acqua immessa sono 42 i litri (pari a un valore assoluto di 3,4 miliardi di metri cubi) che si perdono., ma anche sopra quella degli stessi capoluoghi che in media fanno 35,2%.

A scattare la fotografia del sistema idrico sono i dati riportati dall’Ufficio studi della Cgia di Mestre. Numeri che arrivano proprio nel momento in cui in provincia di Sondrio è aperto il confronto sulla possibilità di accedere ai fondi Pnrr messi a disposizione proprio per rendere più efficiente la rete e limitare così lo spreco di acqua. Risorsa di cui peraltro l’Italia è grande consumatrice: «Siamo il Paese più “idroesigente” d’Europa» dice l’analisi della Cgia. I consumi idrici totali ammontano a 40 miliardi di metri cubi all’anno. Di questi, il 41% è in capo all’agricoltura, il 24% viene impiegato per usi civili (9,6 miliardi di metri cubi), il 20% per l’industria e il 15% per produrre l’energia elettrica (6 miliardi di metri cubi). In Europa ci seguono a distanza la Spagna (poco più di 30 miliardi di metri cubi) e la Francia (quasi 27 miliardi di metri cubi). Sia in agricoltura che nell’industria L’Italia è il Paese che registra i consumi idrici più elevati in Ue. Quanto all’uso civile i destinatari non sono solo le famiglie, ma anche le piccole imprese, gli alberghi, i servizi, le attività commerciali, produttive, agricole, e industriali collegati direttamente alla rete urbana. A livello regionale la più “sprecona” è la Basilicata dove la dispersione d’acqua su quanto immesso in rete è pari al 65,5%, seguita da Abruzzo con il 62,5% e Molise con il 53,9 per cento, mentre la Lombardia con il 31,8%, la Valle d’Aosta con il 29,8 e l’Emilia Romagna con il 29,7% sono le aree più virtuose. Una media quella lombarda molto lontana dalle performance di Sondrio. La quantità di acqua immessa giornalmente nella rete è di 401 litri pro capite, le perdite sempre pro capite al giorno sono di 178 litri che corrisponde al 44,3% di risorse che va persa.

Lecco con 425 litri pro capite immessi al giorno, 191 persi e 44,9% di spreco è l’unica realtà lombarda che fa peggio del capoluogo valtellinese. Peraltro Como è la città più virtuosa (9,2% di perdite) appena prima di Pavia (9,4) e Monza (11%). In linea di massima, secondo la Cgia di Mestre, la dispersione è riconducibile a più fattori: alle rotture presenti nelle condotte, all’età avanzata degli impianti, ad aspetti amministrativi dovuti a errori di misurazione dei contatori e agli usi non autorizzati.

Ad incidere nella nostra zona di montagna c’è poi la presenza di fontane nel centro urbano che può dar luogo a erogazioni considerevoli e di conseguenza a elevate perdite.

L’associazione degli artigiani di Mestre ricorda anche gli oltre 4,3 miliardi di risorse Pnrr messe a disposizione per la realizzazione di nuove infrastrutture idriche primarie, per la riparazione, la digitalizzazione e il monitoraggio integrato delle reti idriche capaci di diminuire le perdite d’acqua, per il potenziamento e l’ammodernamento del sistema irriguo nel settore agricolo e per la depurazione delle acque reflue da riutilizzare in agricoltura e nel settore produttivo, cui a maggio è stato aggiunto un altro miliardo, assegnato al ministero delle Infrastrutture, per ridurre le perdite nelle reti di distribuzione. Tra questi i 28,6 milioni di euro assegnati a Secam, su cui i sindaci saranno chiamati ad esprimersi a settembre.

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