Anche Diabolik aiuta il Gloria
Film e mostra sui disegnatori

In programma la docu-fiction dedicata al fumettista misterioso che disegnò il primo numero e un incontro con Giuseppe Palumbo, l’illustratore del remake di quell’albo che metterà in palio 50 stampe inedite

No, “Diabolik sono io”, in proiezione in questi giorni in tutte le sale d’Italia, non è l’attesissimo film che i Manetti Bros. si apprestano a girare anche a Como, ma non manca il mistero in questa docu-fiction firmata da Giancarlo Soldi. Come sanno tutti gli appassionati dell’inafferrabile criminale creato da Angela Giussani e scritto per tanti anni con la sorella Luciana, “Il re del terrore”, il primo numero uscito nelle edicole nel novembre del 1962, venne disegnato da un anonimo fumettista. Per anni non se n’è saputo neppure il nome.

“Zarcone”, ricordavano le sorelle, soprannominato “il tedesco” per la carnagione chiara e i capelli biondi e un vezzo tipicamente nordico: i calzettoni indossati con i sandali.

Il disegnatore sparito

Ebbene costui, dopo aver dato vita, graficamente, a uno dei più amati fumetti italiani è, letteralmente, sparito nel nulla, introvabile: neppure l’abilissimo Tom Ponzi ci riuscì. Insomma, quasi come... Diabolik!

Giocando su questa storia, che alla casa editrice Astorina raccontano da 57 anni, è nato questo film che racconta tutto il “mondo diaboliko”, interpellando esperti come Mario Gomboli, che da tanti anni ne cura le avventure e che è anche autore di questo film.

Il numero uno

Non poteva mancare Giuseppe Palumbo, illustratore di grandissimo livello, chiamato a realizzare il “Remake” di quel mitico numero uno. Stasera alle 20.30 sarà allo Spazio Gloria di via Varesina 72 per accompagnare “Diabolik sono io”, ma anche per inaugurare una mostra di tavole originali e non è tutto: aderendo alla campagna #manchitunellaria per acquistare lo storico cinema, Palumbo ha messo a disposizione anche 50 stampe inedite che verranno date ai primi cinquanta spettatori che effettueranno una donazione (per i primi cento, una spilletta esclusiva).

«Devo confessare che non ero un assiduo lettore di Diabolik - racconta - Amavo più il segno grottesco del Magnus di ‘Alan Ford’ e poi il dinamismo dei supereroi Marvel. Quando Alfredo Castelli, con cui già collaboravo per ‘Martin Mystère’ mi chiamò per realizzare il ‘Remake’ ebbe una felicissima intuizione”. Si trattava proprio di rimettere mano all’originale di Zarcone: «Era estremamente naïf, visto con gli occhi di oggi. Gli sfondi, soprattutto, non erano curati, ma ci sono alcune sequenze memorabili che ho ripreso senza aggiungere nulla perché erano davvero potenti per il lettore». Da allora, era il 2001, Palumbo si occupa delle storie biografiche: «Ho raccontato Eva Kant, Ginko e Altea prima che incontrassero Diabolik, una bellissima sfida che è piaciuta agli appassionati». Che sono, va detto, numerosissimi ed esigenti. Ma c’è di più: “C’è “DK”, una miniserie pensata per un mercato e per un target completamente diverso. Lì mi sono davvero sbizzarrito. Le tavole che espongo a Como sono quelle dell’ultimo numero, che è uscito solo in volume”. Resteranno allo Spazio Gloria fino al 31. Ingresso a 10 euro (ridotto a 8 per i soci Arci).

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