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Lunedì 15 Aprile 2013
Allarme Confindustria Lecco
Imprese in grossa difficoltà
L'allarme di Confindustria Lecco: la situazione delle imprese si fa ogni giorno più difficile. Servono misure per il rilancio della crescita e il sostegno dei redditi.
Qual è la sintesi della due giorni in Piemonte? Maggi puntualizza: «Un forte richiamo alla responsabilità. Non c'è più tempo, non possiamo permetterci rinvii o tentennamenti. Tutti dobbiamo impegnarci a far uscire il Paese dall'immobilismo, che sembra rassegnazione, in cui siamo precipitati. E - continua il numero uno di via Caprera - questo richiamo alla responsabilità è rivolto prima di tutto alla politica. Sono passati quasi cinquanta giorni dal voto e ancora non abbiamo un governo, proprio mentre sono necessarie decisioni che vadano nella direzione di migliorare la competitività del sistema-Italia. Servono - insiste Maggi - misure per la crescita. Serve subito il rifinanziamento della cassa integrazione in deroga, altrimenti salta la coesione sociale. Serve responsabilità da parte di tutti i soggetti, ma soprattutto da parte dei politici».
Nonostante i ritardi che l'affliggono, l'Italia resta il secondo paese in Europa per capacità manufatturiera e per valore dell'export (davanti c'è la Germania). «Ma - sottolinea Maggi - se non miglioriamo la competitività del sistema e la produttività delle aziende siamo destinati ad arretrare su tutti i mercati. A Torino, è stata presentata una ricerca sugli scenari economici che avremo tra dieci anni. Ebbene, senza interventi forti l'Italia è destinata ad avere un ruolo sempre più marginale, con pesanti conseguenze sulla capacità di generare ricchezza e addirittura sulla tenuta della coesione sociale».
In questo panorama, Lecco come sta? «Abbiamo gli stessi problemi - risponde Maggi - degli altri territori del nord e centro Italia. Sono tutte aree con una forte presenza di piccole e medie imprese che stanno scontando le difficile congiuntura. E - prosegue Maggi - questi primi mesi dell'anno sono stati caratterizzati da difficoltà crescenti. Il fatturato medio delle nostre imprese ha subito una caduta che va dal 20 al 40%. Il mercato interno è fermo, e anche le esportazioni cominciano a soffrire. Il 2013 si sta confermando un anno terribile. Tante tra le aziende più piccole sono sull'orlo del baratro. Sono allo stremo e, se la situazione non cambia in fretta, chiuderanno. Per il territorio sarebbe una perdita gravissima. Perderemmo ricchezza e posti di lavoro, ma anche competenze diffuse che sono fondamentali a mantenere il problem solving che è la peculiarità e il patrimonio del nostro distretto».
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