Cronaca / Sondrio e cintura
Venerdì 01 Agosto 2014
Alla Marco e Rosa
come a Capodanno
Bianco Lenatti: «È un’atmosfera bellissima, in sé, ma che è impossibile condividere con un turista che sia uno. Basti dire che, ad oggi, 30 luglio 2014, la stagione estiva non è ancora partita e registriamo, almeno, un 80% in meno di presenze».
È un punto in mezzo alla neve, Bianco Lenatti, capo delle dieci guide alpine della Valmalenco, gerente il rifugio Marco e Rosa a quota 3609 metri sul Bernina, dove, solo mercoledì mattina, sono scesi altri 40 centimetri di neve.
«Siamo qui, io, l’amico Cristian Spini, e il cane lupo - afferma Bianco - e, data la situazione, credo che rimarremo in tre ancora a lungo. Tanto che ci apprestiamo a “celebrare” un primo d’agosto uguale al Capodanno. In un’atmosfera bellissima, in sé, ma che è impossibile condividere con un turista che sia uno. Basti dire che, ad oggi, 30 luglio 2014, la stagione estiva non è ancora partita e registriamo, almeno, un 80% in meno di presenze».
È la sintesi perfetta di una stagione estiva in quota che, per tutti, soprattutto per i rifugi collocati più in alto, ancora in balia della neve e difficilmente raggiungibili, è da cancellare. E non c’è “fronte” che tenga. Che si parli di Bernina, Disgrazia, Ortles Cevedale, Orobie o Retiche, sulle Alpi nostrane il ritornello è sempre quello. Nessuno si profila all’orizzonte. Qua e la, qualche sparuto escursionista straniero fa capolino, ma pochi anche quelli.
«E da un certo punto di vista è un peccato – afferma Michele Comi, altra guida alpina della Valmalenco -, perché proprio queste condizioni meteo così instabili, dove le nuvole si alternano a sprazzi di sereno, conferiscono alla montagna un’atmosfera molto particolare che potrebbe regalare all’escursionista panorami e momenti unici». Per Comi, infatti, il maltempo non deve scoraggiare così tanto la frequentazione della montagna «a meno che - precisa - si sia in presenza di perturbazioni che non danno tregua sia piovose sia nevose. Diversamente, un luglio come quello che stiamo per lasciare, connotato da alternanza repentina fra nuvole e sole, meritava di essere vissuto dagli amanti della montagna. Che si sono privati, per eccesso di meteopatia, di attimi incredibili che la montagna avrebbe potuto regalare loro con vette che spuntano improvvisamente dalle nuvole, magari sfiorate da un raggio di luce».
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