Cronaca
Sabato 30 Novembre 2019
Airoldi difende il “no” al sottopasso
«Costa troppo, è irrealizzabile»
Il sindaco di Erba replica alle critiche: «La Regione ha dato 4 milioni ma ne mancano altri 5, sono cifre al di là della nostra portata, meglio studiare un sovrappasso meno oneroso»
«La questione è semplice: o si fa il sovrappasso o ci teniamo il passaggio a livello. Non ci sono altre soluzioni. Non ho niente contro il sottopasso di cui si è parlato per anni con i sindaci Enrico Ghioni e Marcella Tili, ma non è sostenibile».
Il primo cittadino torna a parlare dell’opera che gli erbesi attendono da più di quindici anni. Lunedì sera, in consiglio comunale, Veronica Airoldi ha lasciato tutti a bocca aperta annunciando che il “mitico” sottopasso - un progetto di cui si parla dal 2003 - non verrà realizzato: con i tecnici di Ferrovienord si sta pensando piuttosto a un ponte che scavalchi i binari, una soluzione più economica che consentirà comunque di chiudere il passaggio a livello di corso 25 Aprile, fonte di lunghe code.
Ieri “La Provincia” ha raccolto i pareri degli ex sindaci Ghioni e Tili: il primo è preoccupato sotto il profilo estetico-ambientale, la seconda teme che abbandonando il vecchio progetto ci si vada a infilare in un vicolo cieco (perdendo i quattro milioni di euro stanziati dalla Regione).
«Messa così sembra quasi che a me non piaccia il progetto del sottopassaggio - chiarisce Airoldi - ma sarebbe un’assurdità. Sulla carta sarebbe l’ipotesi migliore, ma è semplicemente irrealizzabile: Ferrovienord, non io, ha stimato in nove milioni di euro il costo dell’opera; se poi realizzassimo anche un secondo piccolo sottopasso pedonale, come proposto dalla passata amministrazione, supereremmo i dieci milioni di euro. Bene, i fondi a disposizione sono quattro milioni: chi ci dà il resto?».
Nessuno. «Gli erbesi devono sapere che attualmente le possibilità sono due: o si riesce a realizzare un sovrappasso, che sarebbe meno costoso, oppure ci teniamo il passaggio a livello di corso 25 Aprile e tutte le code. Non ci sono altre vie».
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