Aicha sulla tomba del figlio
Ma c’era anche la piccola Sara
Incontro fortuito e pieno di tensione. La donna accompagnata dall’ospedale psichiatrico. Per la legge le è fatto divieto di incontrare la figlia
Alla fine, ad Aicha Coulibaly è stato concesso quello desiderava da tempo e che aveva insistentemente chiesto anche prima della condanna in via definitiva: potersi recare sulla tomba di Nicolò, il suo bambino.
Il piccolo di nemmeno tre anni a cui lei stessa ha tolto la vita nella notte del 25 ottobre di due anni fa. Sicuramente un passaggio del percorso di cura a cui la donna è sottoposta.
Ma non tutto però è andato per il verso giusto, perché negli stessi minuti in cui la giovane mamma ivoriana era in visita alla tomba, al cimitero di Abbadia Lariana c’era anche la l’altra figlia, Sara, che al momento della tragedia non aveva nemmeno dieci mesi, con il nonno paterno.
La visita di Aicha al cimitero risale a qualche settimana fa ma ha trovato conferma soltanto nelle ultime ore.
Si sono vissuti momenti di tensione, con la giovane donna - a cui è proibito incontrare la figlia dal momento che il Tribunale dei minorenni di Milano le ha provvisoriamente sospeso la patria potestà - ad abbracciare la bambina, comprensibilmente sgomenta: non vedeva la madre da quasi due anni, dal giorno dell’omicidio e del conseguente arresto, e - come detto - allora aveva soltanto pochi mesi di vita.
Aicha Coulibaly, che oggi ha 27 anni, è stata assolta per l’uccisione del suo bambino: la perizia psichiatrica disposta dal tribunale di Lecco aveva infatti stabilito la totale incapacità della donna di intendere e volere quando colpì mortalmente il suo bambino.
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