Cronaca / Circondario
Giovedì 21 Giugno 2018
Aerosol: niente stipendio
e il ticket da pagare
Non solo una parte dei 54 addetti deve rimborsare il bonus degli 80 euro, ma per tutti salta la possibilità di avere indietro le spese sanitarie
Dovrebbe arrivare entro qualche giorno, probabilmente all’inizio della prossima settimana, l’esito del sopralluogo che Arpa e Vigili del fuoco hanno tenuto nella giornata di martedì all’interno della fabbrica dell’Aerosol di Valmadrera, al fine di verificare il ripristino delle condizioni di sicurezza necessarie per riavviare le linee produttive della sezione farmaceutica.
L’impianto di via del Maglio è infatti fermo dallo scorso 15 dicembre dopo che un analogo sopralluogo aveva portato Regione Lombardia a sospendere l’autorizzazione a produrre, prescrivendo una serie di interventi necessari a garantire la sicurezza.
Sull’esito del sopralluogo di martedì e quindi sulla decisione della commissione regionale chiamata a esprimersi nessuno, tra sindacati e lavoratori, si sbilancia, limitandosi a riportare generiche sensazioni positive da parte della direzione aziendale presente al sopralluogo.
Non resta che attendere l’esito di quello che è uno degli snodi principali verso una possibile riapertura dell’azienda e quindi verso la salvaguardia occupazionale di buona parte dei 54 dipendenti rimasti in organico a Aerosol: «Non siamo in grado di fare previsioni sulla tempistica necessaria per avere una risposta da Regione Lombardia. Ci è stato genericamente detto – spiegano i sindacalisti Nicola Cesana (Cgil), Massimo Ferni (Cisl) e Celeste Sacchi (Uil) - che ci vorrà qualche giorno, noi cercheremo di sensibilizzare i consiglieri regionali che in questi giorni ci hanno chiamato affinché facciano pressione per accorciare il più possibile i tempi. La responsabile di Arpa comunque è ben informata di tutto quello che riguarda la vicenda Aerosol in quanto ha preso parte al tavolo che si è tenuto davanti al Prefetto la scorsa settimana».
Giorni di attesa durante i quali i lavoratori hanno deciso di interrompere momentaneamente lo sciopero a oltranza: «C’è la possibilità che qualcuno venga richiamato per quelle attività che sono propedeutiche alla ripartenza. Quel che però i lavoratori vogliono dire chiaramente all’amministratore unico Bartoli e alla proprietà è che se arriverà il via libera della Regione pretendiamo il pagamento di almeno due dei sette stipendi arretrati entro tre giorni, altrimenti tutti quanti si tornerà a scioperare». Ad aggravare ancor più la condizione dei lavoratori di Aerosol è arrivata una doppia doccia gelata: non avendo la società versato la propria quota al fondo di sanità integrativo non è più possibile per i dipendenti richiedere il rimborso del ticket; inoltre i lavoratori part-time che lo scorso hanno guadagnato (effettivamente pagati) meno di 8mila euro annui lordi perdono il diritto al bonus Renzi dovendo così restituire 960 euro di detassazione ottenuta nel 2017.
«Abbiamo condotto una verifica sia con il vecchio studio commerciale, sia con quello nuovo che ora segue Aerosol ed effettivamente si è costretti a restituire questi soldi all’Erario. L’unica possibilità – hanno spiegato i sindacalisti ai dipendenti - sarà quella di procedere con una richiesta danni all’azienda».
Intanto al Pirellone, dopo il Movimento 5 Stelle, anche il Pd chiede la convocazione di azienda e sindacati davanti alla Commissione Attività produttive e occupazione, con la presenza dell’assessore all’Ambiente.
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