Cronaca / Lecco città
Mercoledì 26 Ottobre 2016
Addio a Spreafico
Metteva l’architettura
al servizio dei deboli
Lottava dal 2011 contro la Sla, aveva 64 anni - Con il fratello Giorgio aveva scritto un toccante libro raccontando l’esperienza della terribile malattia
Ieri notte è mancato nella sua casa nel rione di Olate, dopo una lunga malattia, Antonio Spreafico.
Architetto e designer è stato un protagonista della vita di Lecco, la città dove era nato nel 1952 e nella quale ha dispiegato su molti fronti il suo appassionato impegno civico. Nel novembre del 2011 gli fu diagnosticata la Sla, Sclerosi laterale amiotrofica, una malattia incurabile, che ha affrontato con un coraggio incredibile. Su questa sua nuova condizione esistenziale ha lasciato una toccante testimonianza nel libro “Luce”, scritto insieme al fratello Giorgio. Sono pagine di grande intensità che descrivono il suo dramma e la volontà di affrontarlo costi quel che costi. Da sempre vicino alla Comunità di via Gaggio, Antonio Spreafico ha seguito professionalmente la ristrutturazione della sede di via Carlo Cattaneo, nei primi anni ’80, e poi quella della Casa sul Pozzo a Chiuso.
«Era un fratello»
Era, dunque, molto legato a padre Angelo Cupini. «Per me che ho 77 anni – ci dice padre Angelo – era come un fratello minore. Siamo cresciuti insieme nella comprensione reciproca. Ricordo il suo forte desiderio di partecipazione nei confronti della vita della città. È stato nei comitati di quartiere prima ed in quelli di zona poi, ma sempre con l’intelligenza di non lasciarsi mai incastrare dalle appartenenze. Gli interessava soprattutto il rapporto con la gente ed aveva un grande rispetto per la collettività, che viveva con uno spiccato senso di servizio».
Nel 2011 è poi arrivata la malattia e per Antonio Spreafico la vita è cambiata completamente: «Quando è venuto da me per comunicarmi cosa gli era stato diagnosticato mi ha fatto una domanda precisa: “Cosa vuole Dio da me?». Un segno evidente di come guardasse in profondità alla sua esistenza. Antonio è stato un uomo che ha sempre guardato in termini positivi la vita, rivolgendo costantemente il suo sguardo verso il futuro; non si è ma chiuso dentro il passato. Amava tante cose, dall’arte alla musica, sentiva profondamente le vibrazioni della vita. Attaccatissimo alla mamma, non sapeva come fare a comunicarle quello che gli stava accadendo, per non addolorarla. Aveva il pudore di non far pesare sugli altri la sua fatica».
Uomo di fede e intellettuale concreto, Antonio Spreafico era sempre pronto a rimboccarsi le maniche, cercava la bellezza in ogni sua manifestazione e non perdeva occasione per indicarla come nutrimento della vita. Era un grande esperto d’arte, in particolare della pittura dell’Ottocento, alla quale aveva interamente dedicato una piccola galleria tenuta personalmente aperta per alcuni anni nella centralissima via Roma. Amava la musica, ed era lui stesso un musicista non avendo mai smesso di imbracciare la fisarmonica, strumento di cui suo padre Luigi era un virtuoso e che aveva studiato da ragazzo.
L’ultimo saluto
Aveva nel cuore anche la montagna e in ogni età ha camminato sui sentieri di casa così come nelle Dolomiti, sulle quali in anni più maturi ha condiviso molte vacanze estive con gruppi di amici del Cai Lecco. I funerali di Antonio Spreafico saranno celebrati domani alle 15,30 nella basilica di San Nicolò. Nella mattinata dello stesso giorno, la camera ardente sarà aperta alla Casa sul Pozzo.
Ai familiari il cordoglio della nostra redazione.
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