Addio a Sergio Caivano, anima della sinistra valtellinese

Verranno celebrati domani, alle 15, nella chiesa della Beata Vergine del Rosario, i funerali di Sergio Caivano, 91 anni, nato a Bellano, ma trasferitosi a Sondrio con la propria famiglia di origine da bambino, all’età di sei anni, e qui, cresciuto, formatosi e forgiato, politicamente, nelle fila della sinistra socialdemocratica locale dell’epoca. Di fervente spirito antifascista e appassionato di storia, Caivano è sempre stato attivo nelle fila dell’Anpi provinciale, di cui è stato presidente per molti anni, ed ha collaborato molto anche con l’Isrer, l’Istituto sondriese per la storia della resistenza e dell’età contemporanea.

«Per noi è stata una figura molto importante - dice Sergio Spolini, attuale presidente Anpi provinciale -, un punto di riferimento, una persona molto equilibrata e molto preparata. É stato presidente del Comitato provinciale Anpi dal 2011 al 2016 ed era tutt’ora presidente onorario dello stesso. Per ragioni di salute non frequentava più assiduamente la nostra sede di Largo Sindelfingen, però, si è sempre interessato all’attività. Ci telefonava spesso, ha sempre tenuto il filo con l’associazione, tant’è che mi ero ripromesso di portargli a breve anche il libro che ho dato da poco alle stampe. Se non l’ho fatto è perché ho saputo che ultimamente la salute era peggiorata e, infatti, questa mattina (ieri, per chi legge, ndr), è mancato».

Sergio Caivano si è spento nella sua casa di via Bassi, in città, assistito dalla moglie Anna, e dai cognati Ada, Adriana e Cesare, ed a fargli visita, oggi, nella camera ardente allestita presso la sala del commiato delle onoranze funebri Sof di Sondrio, dalle 8 alle 19.30, saranno sicuramente i compagni di una vita di lotta per i propri ideali e per non dimenticare un capitolo della storia locale che Caivano ha vissuto intensamente.

«Ricordo quando Sergio raccontava della liberazione di Sondrio con l’entrata degli alleati in piazza Garibaldi il 9 maggio 1945 - dice Spolini -. Lui era un ragazzino di 12 anni e se la ricordava benissimo, gli era proprio rimasta impressa e credo che quelle vicende abbiano segnato tutta la sua vita. Dalla formazione universitaria, con la laurea in Economia alla Bocconi, in avanti».

Aveva insegnato al Besta, al De Simoni, e, negli anni, ha approfondito tantissimo della storia locale pubblicando anche parecchi libri. «Ricordo il volume “Dongo, la fine” - dice Spolini -, e, poi, ancora, “Storia, memorie del 25 aprile 1945” e “I nostri partigiani” di quest’anno, in cui aveva raccolto tutti i profili dei partigiani che aveva ricordato in lettere inviate al vostro giornale “La Provincia di Sondrio” e pubblicate in occasione di ricorrenze o anniversari». Politicamente, come detto,

Caivano ha gravitato nell’orbita del Psdi e del Psi. Nel 1958 ha assunto la direzione di “Valtellina”, organo periodico del Psdi provinciale e, nel 1960, è stato cofondatore del Movimento unitario locale di iniziativa socialista che faceva capo, a livello nazionale, a Matteo Matteotti, figlio di Giacomo Matteotti. Nel 1961 è entrato nel Psi e, quindi, nel direttivo provinciale e nel comitato esecutivo e, negli anni Settanta, è diventato segretario della sezione di Sondrio. Era nell’Anpi dal 2003 e vi è rimasto fino all’ultimo respiro, con la testa e col cuore.

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