Cronaca / Sondrio e cintura
Domenica 07 Ottobre 2018
Accoglienza in provincia di Sondrio, come cambia il modello
Adesso l’ospitalità si è concentrata in piccole strutture equamente distribuite sul territorio. Chiuse due strutture in Bassa Valle per gravi inadempienze - Il picco massimo delle presenze nell’ottobre 2017.
“L’accoglienza in provincia di Sondrio”, ricerca a cura di Giuseppe Mario Scalia, prefetto di Sondrio, e del professore costituzionalista Bruno Di Giacomo Russo, testo edito dall’Osservatorio sulla Valtellina - Collana di Quaderni del Centro Studi e Ricerche, sotto la lente d’ingrandimento di una partecipata tavola rotonda nella sala consiliare della Provincia.
Un incontro a più voci organizzato dalla Prefettura di Sondrio, dall’Ufficio scolastico provinciale, dalla Cisl Sondrio e dall’associazione “Oltre le frontiere”. Un evento pensato soprattutto per gli studenti, di taglio formativo, anche in considerazione della presenza di 70 studentesse liceali del “Pinchetti” di Tirano. «È l’occasione per la presentazione del primo rapporto sull’accoglienza in provincia di Sondrio, con cui si prospetta un’analisi descrittiva dell’accoglienza dal punto di vista giuridico, gestionale e quantitativo. E la tavola rotonda offre la possibilità di un confronto con gli operatori e con chi si occupa dell’accoglienza nei diversi ruoli, nel nostro territorio», ha esordito Di Giacomo Russo. Ma la vera accoglienza, prima che nella comunità si gioca sui banchi di scuola, come ha evidenziato il dirigente scolastico provinciale, Fabio Molinari: «La scuola, ambiente privilegiato per la crescita e la formazione dei nostri ragazzi, nonché fucina di donne, uomini e cittadini di domani, è il luogo d’inclusione per eccellenza».
Umberto Sorrentino, dirigente dell’Ufficio immigrazione dell’Itg di Sondrio, ha fatto un’analisi dettagliata della situazione sul fronte dell’accoglienza a livello nazionale e nella nostra provincia dopo essersi soffermato sui termini specifici come “immigrato”, “clandestino”, “profugo”, “rifugiato”, col loro preciso significato giuridico, distinguendo chi fugge per necessità, attratto da migliori prospettive economiche, da chi cerca scampo dall’inferno di una guerra.
Questi alcuni dati nazionali sull’immigrazione: attualmente sono 5 milioni 900mila gli stranieri in Italia. Gli sbarchi dal 2014 sono stati 600.000 e 400.000 le domande per il riconoscimento del proprio status sociale, con il 6% che punta sull’asilo, il 14% sulla protezione internazionale e il 20% su quella umanitaria.
Per quanto riguarda l’accoglienza in provincia di Sondrio dal marzo 2014 all’ultima rilevazione del 31 agosto di quest’anno, risulta che sono stati accolti 1.917 migranti. Di questi, 1.016 si sono allontanati volontariamente dai Centri di accoglienza straordinaria dove erano alloggiati. Per fronteggiare la prima emergenza sono state utilizzate capienti strutture alberghiere, poi l’ospitalità si è concentrata in piccole strutture equamente distribuite sul territorio, nell’ottica della piccola accoglienza diffusa. Per gravi inadempienze degli obblighi contrattuali sono state revocate due convenzioni e chiuse due strutture (Ardenno e Delebio). Il picco massimo delle presenze è stato raggiunto nell’ottobre del 2017 con un totale di 849 persone, ma già nel mese di luglio si è registrata una graduale e progressiva riduzione del numero di stranieri ospitati. Attualmente le strutture sono 65, riconducibili a 19 gestori, che accolgono 561 richiedenti asilo (435 maschi, 89 donne, 24 minori di sesso femminile e 13 minori maschi).
Sono stati allontanati dai centri con decreto di revoca delle misure di accoglienza per gravi violazioni, complessivamente 68 migranti (spaccio di sostanze stupefacenti, furti, accattonaggio molesto). Ad oggi, 224 migranti hanno regolarmente concluso l’iter procedurale e ottenuto il riconoscimento della protezione internazionale. Sono 127 quelli inseriti in progetti Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati), mentre 97, una volta ottenuto il titolo di soggiorno, sono usciti dal programma. 17 stranieri sono stati ricollocati in altri Paesi europei (soprattutto Svezia e Germania), 6 sono rientrati nei Paesi di origine usufruendo del progetti di Rientro volontario assistito. 2 richiedenti asilo hanno lasciato il programma di accoglienza perché coniugati con cittadine italiane.
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